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Coerentemente con il nuovo Piano strategico 2020-2024, il direttore generale dell'Organizzazione internazionale della vigna e del vino (OIV), Pau Roca, ha firmato un memorandum d'intesa (MoU) insieme al segretario generale dell'Organizzazione mondiale del turismo (OMT), Zurab Pololikashvili, per la promozione dell'enoturismo a livello mondiale.
Le due organizzazioni intergovernative si sono incontrate lo scorso 24 gennaio presso la sede dell'OMT a Madrid (Spagna) per firmare questo accordo iniziale finalizzato a promuovere linee guida e azioni concrete volte allo sviluppo dell'enoturismo.
Pau Roca ritiene che "questo lavoro congiunto permetterà di perseguire le linee e gli obiettivi del Piano strategico dell'OIV e, al contempo, 13 dei 17 Obiettivi per lo sviluppo sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite". Il Piano strategico dell'OIV specifica tra i suoi obiettivi quello di “incoraggiare e partecipare allo sviluppo dell'enoturismo, dei paesaggi e dei terroir vitivinicoli, esaltandone l'importanza per la società”.
Con il numero di casi di coronavirus (covid-19) rilevati che continuano a crescere, anche in Francia, il Segretariato dell'OIV ha monitorato l'epidemia e ha anche seguito le risposte delle Nazioni Unite e del paese ospitante e le linee guida per ridurre al minimo la diffusione del virus e il suo impatto.
Nelle circostanze attuali, conformemente al comitato direttivo e in base ai principi di precauzione applicabili in queste situazioni, mi dispiace moltissimo informarvi che, le riunioni di primavera dell'OIV in programma dal 24 marzo al 3 aprile 2020 a Parigi, in Francia, sono annullate e rinviate.
A causa della disponibilità delle sale, l'ordine del giorno provvisorio prevederà la riunione della sottocommissione dei metodi di analisi dal 3 al 5 giugno e le riunioni della Commissione enologia dal 6 all'11 giugno a Parigi
Le altre riunioni si terranno dal 15 al 24 luglio 2020 sempre a Parigi.
Un ordine del giorno più dettagliato verrà inviato molto presto.
Dopo aver sottolineato il carattere intergovernativo, scientifico e tecnico dell'Organizzazione internazionale della vigna e del vino e il suo ruolo nel facilitare il commercio internazionale, il Cile ha emendato la propria normativa vitivinicola per prendere in considerazione alcune raccomandazioni dell’OIV, di cui è uno dei 47 paesi membri.
Il 24 dicembre 2019, il governo del Cile ha promulgato il nuovo decreto n. 9 che modifica il decreto n. 78 del 1986 del ministero dell’Agricoltura. Quest’ultimo disciplina la legge n. 18.455 che sta alla base delle norme di produzione, elaborazione e commercializzazione degli alcol etilici, delle bevande alcoliche e degli aceti. Alcune modalità sull’applicazione del decreto sono precisate nella risoluzione 826/2020 del Ministero dell’Agricoltura pubblicate il 30 Gennaio 2020.
Il nuovo decreto, entrato in vigore il 1° gennaio 2020, ricorda che alcune pratiche enologiche, elaborate e raccomandate dall’OIV, rappresentano un progresso tecnologico importante per la produzione del vino e ne migliorano la competitività nel commercio internazionale. Vengono integrati dunque: il trattamento con poliaspartato, il trattamento con il glutatione (mosti / vini) e il trattamento con fibre vegetali selettive per la riduzione del contenuto di ocratossina A o di prodotti fitosanitari.
Questo aggiornamento della normativa del Cile dimostra l’importanza dell’integrazione delle norme dell’OIV nelle legislazioni nazionali o sovranazionali per risolvere le barriere tecniche al commercio.
Le disposizioni del decreto n° 9 riguardanti l’uso dell’acqua
Questo decreto modifica alcune disposizioni relative all’uso dell’acqua nella produzione del vino. In determinate condizioni, l’aggiunta di acqua diventa una pratica autorizzata per ridurre il contenuto di zucchero dei mosti che presentano un valore superiore a 23,5 °Bx. Questa pratica non è consentita dall’OIV. La risoluzione 826/2020 non solo introduce delle esigenze rigorose in termini di obbligo per le aziende di tenere registri con i dati e i volumi dei trattamenti realizzati sotto la responsabilità di un enologo, ma anche la dichiarazione per il servizio di controllo del Ministero dell’Agricoltura di acqua utilizzata e il livello di sottrazione che non deve condurre a meno di 23,5° Brix il mosto trattato.
La résolution 826/2020 introduit quant à elle des exigences strictes en termes d’obligation pour les entreprises de tenue des registres avec des dates et volumes des traitements réalisés sous la responsabilité d’un œnologue, ainsi que de déclaration au service de contrôle du Ministère de l’Agriculture de quantité d’eau utilisée et du niveau de réduction qui ne doit pas conduire à moins de 23,5° Brix le moût traité.
La normativa cilena ammette anche l’uso dell’acqua nel corso della vinificazione per solubilizzare gli additivi e reidratare i lieviti di fermentazione. L’aumento del volume del mosto non può eccedere il 2% del volume iniziale. Passando dal 5 al 2%, il decreto esclude dunque l’acqua utilizzata per la pulizia delle attrezzature di pressatura che cessa di essere considerata una pratica di vinificazione.
Inoltre, durante l’elaborazione del vino, è consentito usare l’acqua per sciogliere gli additivi e i prodotti enologici. In seguito a questi trattamenti, il volume non può aumentare di più del 1,5% del volume iniziale del vino (il limite precedente era del 2%).
Le differenze nelle normative nazionali circa l’utilizzazione dell’acqua possono costituire un problema commerciale che l’OIV tenta di risolvere mediante l’armonizzazione della regolamentazione.
Il passato 9 aprile i direttori generali dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) e dell'Organizzazione internazionale della vigna e del vino (OIV), Qu Dongyu da Roma e Pau Roca da Parigi, si sono riuniti telematicamente nel rispetto delle misure di contenimento dell’epidemia.
Nel corso di questo incontro bilaterale sono state discusse le modalità per rafforzare la cooperazione tra le due organizzazioni intergovernative.
L'OIV e la FAO hanno lavorato insieme all'elaborazione di norme in materia di prodotti della vite e dell’uva e dei limiti relativi (contaminanti, residui, ecc.) per tutelare la salute dei consumatori e garantire le buone pratiche nel commercio alimentare, accogliendo l'OIV come osservatore presso la Commissione del Codex Alimentarius.
L'OIV auspica di approfondire la già eccellente cooperazione con la FAO in materia di sicurezza e qualità.