Dopo i vini spumanti nel 2014, i vini rosé nel 2015, e l’uva da tavola e passa nel 2016 [EN], l’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (OIV) presenta un nuovo approfondimento tematico sui vitigni.
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Il vigneto mondiale, composto da più di 10000 vitigni differenti, è stato soggetto a notevoli cambiamenti nel corso degli ultimi 15 anni. Il report propone una panoramica sulla distribuzione dei vitigni a livello mondiale e ne esamina i relativi trend. Le varietà prese in considerazione (che spaziano dall’uva da vino all’uva da tavola, passa o destinata ad altro utilizzo) coprono circa il 75% della superficie vitata globale.
L’analisi è basata sui dati disponibili in 44 paesi a partire dal 2000, e si focalizza in particolare sui 10 principali vitigni dei paesi la cui superficie vitata è di almeno 65000 ettari.
Insieme al report è disponibile sul sito dell’OIV una tabella che include i dati utilizzati per le analisi [EN].
Tra i punti all’ordine del giorno della riunione, le delegazioni degli Stati membri presenti hanno discusso della revisione dei limiti massimi di piombo negli alimenti, compreso quello per il vino. In tal senso, il gruppo di lavoro istituito nel 2017 ha raccomandato di ridurre il limite massimo del Codex dagli attuali 0,20 mg/kg a 0,05 mg/kg.
Diverse delegazioni hanno fatto notare che i dati considerati dal gruppo di lavoro telematico comprendono quelli relativi a bevande diverse dai vini d’uva. Per stabilire dei limiti massimi sarebbe altrettanto opportuno tenere in considerazione le caratteristiche specifiche di alcuni tipi di vino, quali i vini fortificati.
Le raccomandazioni dell'OIV
Il rappresentante dell’OIV ha fatto presente che l’Organizzazione internazionale della vigna e del vino ha adottato da alcuni anni diverse raccomandazioni relative al piombo nei vini, in particolare, nel 1996 l’OIV ha stabilito un limite massimo di 0,20 mg/L che è stato approvato dal Codex nel 2001. Nel 2006 l’OIV ha stabilito un nuovo limite massimo di 0,15 mg/L, che è tuttora in vigore.
L’OIV ha portato l’attenzione del CCCF sul fatto che un limite troppo basso, basato esclusivamente su un’analisi statistica dei campioni e che non è specificamente giustificato da un punto di vista strettamente sanitario, potrebbe avere conseguenze notevoli sul commercio internazionale.
Sulla base dei dati del gruppo di lavoro, un limite massimo di 0,05 mg/kg porterebbe all’eliminazione di circa il 3% dei vini, ovvero 7,5 milioni di ettolitri di vino che verrebbero esclusi dal commercio vinicolo internazionale e, in particolare, all'esclusione di una quota importante dei vini fortificati (24%).
Jean-Claude Ruf ha inoltre sottolineato che l’OIV prosegue i suoi lavori al riguardo e che, in particolare, ha già avviato una discussione sulla possibile riduzione del limite attuale (0,15 mg/L) e ha invitato il CCCF a tenere in considerazione i nuovi lavori dell’OIV su questo argomento al fine di evitare in futuro duplicazioni o incoerenze relative limiti potenziali.
Una questione da discutere il prossimo anno
Dopo averne discusso, e dopo aver tenuto conto di tutte le informazioni, in particolare quelle menzionate dall’OIV, il CCCF, su proposta della sua presidente, ha deciso di rinviare il dibattito sul limite massimo di piombo nel vino al prossimo anno.
Il gruppo di lavoro presieduto dagli Stati Uniti è stato riconfermato su questo argomento ed è stato spronato a valutare la specificità dei vini fortificati.
Inoltre, il Comitato ha convenuto l’avvio di un nuovo lavoro di revisione del Codice delle pratiche per la prevenzione e la riduzione della contaminazione da piombo negli alimenti, adottato dal Codex nel 2004 (CAC / RCP 56-2004) al fine di integrare i mezzi di riduzione del contenuto di piombo nei vini.
Il CCCF ha deciso inoltre di presentare alla Commissione del Codex per l’adozione finale una riduzione del limite massimo di piombo nel succo d’uva da 0,05 mg/kg a 0,04 mg/kg.
Su invito di William Lindsay Simpson, presidente della Conferenza di Saint-Yves, la più antica associazione di giuristi del Granducato di Lussemburgo, e di Robert-Ley, direttore dell’Istituto vitivinicolo e delegato del Lussemburgo presso l’OIV, il 15 marzo Jean-Marie Aurand ha tenuto una conferenza a Lussemburgo sul ruolo normativo dell’OIV e il suo impatto sul settore vitivinicolo mondiale.
La conferenza ha visto la partecipazione di un pubblico variegato, composto da rappresentanti del settore vitivinicolo, ambasciatori, membri delle istituzioni dell’Unione europea impiegati nel Granducato, avvocati e giuristi e ha potuto contare sulla presenza del ministro dell’Agricoltura, viticoltura e protezione dei consumatori Fernand Etgen.
Nel suo discorso introduttivo, il ministro ha presentato la viticoltura lussemburghese, enfatizzando gli importanti sforzi compiuti dai viticoltori, con il sostegno delle politiche pubbliche messe in atto, per migliorare la qualità dei vini.
1.250 ha di vigneti sulle rive della Mosella
Il Granducato possiede 1.250 ha di vigneti sulle rive della Mosella, che producono ogni anno una media di 110.000 hl di vino, di cui il 90% bianchi e, tra questi, il 25% crémant.
Fernand Etgen ha ricordato che il Lussemburgo è uno degli otto membri che nel 1924 hanno fondato l’OIV e ha assicurato al direttore generale dell’OIV il totale impegno del suo paese nei lavori dell’Organizzazione.
Jean-Marie Aurand ha presentato un panorama del settore vitivinicolo mondiale, evidenziando le principali sfide future e il ruolo dell’OIV in tale contesto.
Si è inoltre complimentato per il grande impegno del Lussemburgo nei lavori dell’OIV e per il sostegno incrollabile che il Granducato offre all’Organizzazione.
Docente, consulente e scrittore, Tony Spawton ha dedicato la sua carriera al marketing del vino, sia in qualità di esperto della delegazione australiana presso l’OIV, sia quale ambasciatore di una disciplina che lui stesso ha contribuito a creare.
Originario del Galles, delegato ed esperto australiano presso l’OIV tra il 1990 e il 2008, Spawton ha ricoperto la presidenza del Gruppo di esperti "Analisi dei mercati" ed è stato membro del Comitato scientifico e tecnico dell’OIV.
Durante i suoi lunghi soggiorni in Europa come professore associato, Tony Spawton ha condotto degli studi sulla riduzione dei rischi e gli andamenti delle tendenze di consumo.
Professore di marketing del vino presso il Roseworthy Agricultural College dell’Università di Adelaide e quindi presso la scuola di Marketing dell’Università dell’Australia del Sud, Spawton è stato particolarmente attivo all’interno dei vari gruppi della Commissione "Economia e diritto" e ha partecipato ai congressi di Città del Capo, Parigi, Lisbona, Bratislava, Budapest, Adelaide, Magonza e Buenos Aires.
La sua collaborazione con numerose università e scuole lo ha portato a insegnare in Francia, Spagna, Sud Africa, Austria, Argentina, Uruguay, Cile, Ungheria, Italia, USA, Canada, Nuova Zelanda e Portogallo.
Autore di numerose pubblicazioni e di una delle opere di riferimento per il marketing del vino, Spawton è stato membro attivo dell’Associazione universitaria internazionale del vino.
L’OIV rende onore alla sua carriera, che ha omaggiato nel 2011 con il Merito dell’OIV, dedicata a un aspetto innovativo della filiera e all’importanza del marketing del vino e che certamente ha contribuito all’importante sviluppo della conoscenza dei mercati e, pertanto, alla crescita del commercio internazionale del vino.
Per partecipare a questa conferenza stampa i giornalisti sono pregati di inviare un’email con il loro nome e i dati professionali per l’accreditamento a press@oiv.int.
Data: martedì 24 aprile 2018
Ora: 11:00
Luogo: Organizzazione internazionale della vigna e del vino (OIV), rue d’Aguesseau, 18 Parigi 75008. Metro Madeleine o Concorde [vedi sulla mappa]