Questa tavola rotonda, moderata dal capo dell’Unità “Enologia” dell’OIV, Guido Baldeschi, ha riunito 5 oratori di fama internazionale con vasta esperienza in diversi ambiti del settore vinicolo. Clicca qui per leggere il profilo degli oratori [FR/EN].
Il webinar ha confermato che il tema dei vini naturali suscita accesi dibattiti, in prima istanza sulla nomenclatura, specie quando si raffrontano i vini naturali con quelli di altro tipo. Vini convenzionali? Vini non convenzionali? Vini tradizionali? Vini naturali? Vini classici? Le opinioni della comunità vitivinicola in merito alla corretta terminologia da usare sono divergenti.
Per questioni di comodità, l’OIV ha scelto di mettere a confronto i cosiddetti “vini naturali” con i “vini classici”, nella consapevolezza che non si tratta di scelte terminologiche universalmente condivise. L’OIV, d’altro canto, non fornisce alcuna raccomandazione, non essendosi ancora determinata al proposito.
Il seminario ha tuttavia rappresentato un utile contributo alla ricerca dell’OIV sull’argomento. Compito dell’Organizzazione è fornire una prospettiva scientifica, invitando gli operatori del settore ad una puntuale disamina.
Questo articolo riassume le principali idee esposte nel corso del webinar e si propone di fungere da orientamento.
Le origini di un movimento
Il webinar si è aperto con l’intervento di Christelle Pineau, che ha tracciato un dettagliato panorama antropologico, sottolineando che persino nell’ambito del cosiddetto “movimento del vino naturale” le definizioni possibili sono molto varie.
Jacques Dupont ha riconosciuto il “desiderio di un ritorno alla natura e alla purezza delle origini” pur ammettendo che esiste una certa confusione tra i consumatori, non sempre in grado di distinguere i vini naturali dai vini biologici. La difficoltà principale risiede nel fatto che le persone non hanno un’esatta nozione del vino naturale.
Natalie Christensen ha parlato del “crescente interesse nei confronti della produzione naturale nell’emisfero sud. La Nuova Zelanda è un paese molto aperto all’innovazione, con una popolazione alla continua ricerca di novità, grazie soprattutto alla significativa presenza delle giovani generazioni nel settore vitivinicolo”.
In merito a un’eventuale globalizzazione del gusto, che potrebbe aver determinato la popolarità del vino naturale, Luigi Moio sostiene che il punto di forza del vino risiede precisamente nella sua diversità. “Esistono ovviamente varietà internazionali come il Merlot e lo Chardonnay ma, oltre a queste, le persone sono alla ricerca di vini peculiari, vini regionali. L’importanza che viene oggi attribuita al terroir garantisce una diversità addirittura maggiore rispetto al passato”.
Jamie Goode ha sottolineato la tendenza generale a lasciarsi alle spalle gli stereotipi: “in fatto di vini naturali, l’elemento più importante non è la varietà quanto piuttosto il territorio”.
Che dire a proposito del gusto?
Il moderatore ha poi sollevato la questione della vivacità nel vino: “Il concetto di vivacità nei vini naturali deriva dal fatto che non viene bloccata la parte viva durante la vinificazione e fino all’imbottigliamento”.
Luigi Moio ha invece fatto presente che i vini naturali possono essere in molti casi ossidati, evenienza, questa, che andrebbe evitata.
Quanto alle modalità di degustazione, Jacques Dupont ha affermato che i critici enologici non dovrebbero essere al corrente della filosofia produttiva prima che il vino sia stato assaggiato e valutato, poiché “la degustazione alla cieca di un vino consente un apprezzamento scevro da preconcetti”. A suo avviso, “per produrre vino naturale di alta qualità è necessario avere una conoscenza approfondita”.
Da Londra, il giornalista Jamie Goode ha fatto notare che “la soglia discriminante fra la soggettività del gusto e la norma varia da persona a persona”. Si domanda su quali basi si possa stabilire che un vino sia difettoso o meno, o se il gusto di topo o sudore di cavallo si debbano considerare un segno distintivo o un difetto.
Modi di produzione
Quanto all’aggiunta di solfiti in fase di vinificazione, Natalie Christensen, produttrice di grande esperienza, ha indicato quali sono rischi e vantaggi derivanti dal loro mancato uso. A suo parere, quando la SO2 non viene impiegata, si può ottenere un vino con sentori nuovi, non altrimenti percepibili. Ma d’altro canto, “produrre vino senza SO2 può essere un rischio per l’azienda, anche se qualcuno direbbe che ‘chi non risica non rosica’”.
Come ha spiegato Guido Baldeschi, l’anidride solforosa svolge un'azione antiossidante e antimicrobica e consente quindi al vino di invecchiare. È stato chiesto quindi a Jamie Goode di condividere il proprio parere sul concetto di “vino da invecchiamento” e “vino invecchiato” per quanto concerne i vini naturali. Il giornalista ritiene che “nei vini naturali si possano individuare precocemente alcune note di invecchiamento”; non è tuttavia possibile affermarlo con certezza, poiché i vini naturali vengono consumati prevalentemente giovani.
Luigi Moio spiega nel suo ultimo libro, Il respiro del vino, che “un lievito selezionato non ha nulla di chimico” e che “un lievito indigeno presente nelle uve o in cantina non conosce il suo ruolo nella fermentazione alcolica”. Sono giustificate le critiche mosse alle moderne tecnologie? “La conoscenza della microbiologia è essenziale, non tanto in funzione di uno specifico intervento, quanto per favorire i processi di fermentazione”.
“La denominazione garantisce l’origine”
I vini naturali mettono in discussione anche il concetto di “denominazione”. Come ha ricordato Jacques Dupont, il sistema delle denominazioni era nato per contrastare le frodi; non si tratta di una garanzia in termini di gusto ma di un attestato di origine. I gusti dei consumatori sono in continua evoluzione ed “è necessario aprire le porte a stili di vino diversi”.
Interventi minimi per la massima purezza
Nel webinar organizzato dall’OIV si è assistito alla convergenza di due filosofie e prospettive diverse. Questo dimostra che molti produttori e attori del settore, che provengano o meno dal movimento del vino naturale, guardano nella stessa direzione: interventi minimi per ottenere la massima purezza. Oltre che sulle modalità produttive, il webinar ha fatto luce sulle aspettative degli amanti del vino e sulle loro esperienze di consumo quando si concedono un bicchiere di vino: l’aspetto sociale è fondamentale nel dibattito che gravita intorno al vino naturale.
In conclusione, la passione per il vino riesce ad avvicinare le persone in tutto il mondo, anche nei momenti difficili che stiamo vivendo. L’OIV ringrazia sentitamente i cinque ospiti internazionali per aver partecipato a questo webinar e per il grande contributo che hanno dato alla discussione sull’appassionante tema dei vini naturali.
Al di là della filosofia, la ricerca di una maggiore purezza è un sicuro atout per il vino.
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La prima volta dei siti web nei Premi dell'OIV ha visto l’iscrizione nel Palmarès di lavori di notevole qualità.
Quattro case editrici hanno ricevuto il riconoscimento della Giuria dei Premi dell'OIV 2020 per la loro rigorosa opera editoriale dedicata alla vigna e al vino.
L’evento, di grande rilievo nel settore vitivinicolo, è stato presentato dalla presidente della Giuria dei Premi Azélina Jaboulet-Vercherre e dal segretario scientifico Richard Pfister, nominato nel 2019, ed è stato seguito da numerosi esponenti e personalità di tutto il mondo.
Il direttore generale dell'OIV, Pau Roca, ha ribadito il ruolo dei Premi dell'OIV, la cui prima edizione risale al dicembre del 1930: promuovere la diffusione di conoscenze attuali sulla vigna e sul vino presso il mondo scientifico e tecnico e il pubblico generale, premiare la passione e l’impegno per il settore vitivinicolo degli autori e delle case editrici. Inoltre, ha sottolineato il costante adattamento di questo concorso alle nuove pubblicazioni e all’evoluzione dei mezzi di comunicazione.
La presidente dell'OIV, Regina Vanderlinde, ha ringraziato gli Stati produttori e non, oltre 50 in totale, che nel corso di 90 anni sono stati rappresentati nei Premi dell'OIV dai lavori dei loro concittadini. Ha colto inoltre l’occasione per esortare gli Stati non ancora rappresentati a entrare nella storia dei Premi dell'OIV...
Le iscrizioni per l’edizione 2021 dei Premi dell'OIV rimarranno aperte fino al 28 febbraio 2021. Maggiori informazioni e il modulo di iscrizione qui.
I vini bianchi con macerazione hanno fatto il loro ingresso nella categoria dei vini speciali nel 2020. Tenendo conto l’antico metodo georgiano di vinificazione in kwevri tradizionali, iscritto nella Lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’UNESCO nel 2019, l’Assemblea generale dell'OIV ha adottato la definizione riguardante i vini in kwevri nella risoluzione OIV-ECO 647-2020.
Colloquio con il ministro dell’Agricoltura della Georgia
La discussione sui vini bianchi con macerazione presso l’OIV è stata avviata su iniziativa della delegazione georgiana nel 2017. In base a questa pratica ancestrale, i vini vengono elaborati in giare di terracotta interrate con un contatto prolungato con le bucce e i raspi dell’uva e rappresentano una sorta di biglietto da visita della Georgia. Questo metodo di produzione conferisce ai vini proprietà gustative particolari e un colore talvolta arancione-ambrato. L’inserimento nella particolare categoria dei vini speciali del Codice delle pratiche enologiche dell’OIV, la stessa dei vini di ghiaccio e dei vini liquorosi, è un enorme passo avanti per la Georgia nel riconoscimento del valore storico e culturale della propria viticoltura.
Il successo del riconoscimento della storia e della cultura della vite in Georgia non è frutto del caso, ma di una politica di ricerca e promozione condotta in modo centralizzato. I risultati del riconoscimento internazionale non sono pochi:
- l’antico metodo georgiano di vinificazione in kwevri tradizionali è stato iscritto nel 2013 nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’UNESCO,
- nel 2017, l’articolo scientifico pubblicato sui prestigiosi PNAS (Proceedings of the National Academy of Science of the United States of America) attesta, attraverso lo studio di biomarcatori, la presenza della vite nel Caucaso meridionale e sul territorio georgiano dall’inizio del Neolitico (6000-5800 a.C.),
- nel 2017, il Guinness dei primati ha riconosciuto i resti di vino rinvenuti durante degli scavi archeologici a Gadachrili Gora e Shulaveris Gora come il vino più antico del mondo (6000-5800 a.C.).
La definizione di una nuova categoria di prodotti permetterà di far conoscere i vini in kwevri a professionisti e consumatori, affinché vengano giudicati e apprezzati tenendo conto delle loro modalità di produzione e particolarità organolettiche. Il gusto tannico e il colore arancione-ambrato potranno pertanto essere spiegati meglio ai consumatori e ai professionisti. Altrettanto possibile sarà la distinzione nei concorsi di vini quale categoria a sé stante.
I vini bianchi con macerazione non vengono prodotti esclusivamente in Georgia. Altri paesi, come Francia, Italia e Slovacchia producono vini arancioni. Si tratta pertanto di una definizione internazionale che completa il Codice internazionale delle pratiche enologiche dell’OIV.
In an effort to keep up with the pace of the digitalisation process that is currently affecting all sectors of the economy, including the international public sector, the OIV has selected in 2020 an IT consultant to collaborate on the design and planning of a comprehensive and detailed strategy for the digital transformation of the organisation.
The final output of the consultancy consisted of a three-year roadmap that will help the OIV in setting up solid basis for its future and becoming a leader in its field. To do so, the OIV needs to augment and optimise its capacity and efficiency in terms of both internal/external communication with its stakeholders and data/information management. At the same time, the image of the OIV as reference body in the sector should be reinforced and the capacity to effectively serve its Member States should be improved.
At the core of this plan, there is an IT that is user centric, connected, able to simplify and rationalise internal processes, and based on secured foundations. The project encompasses, in an organic and structural plan, different areas of intervention.
It is in this context, the General Direction of the OIV has decided to launch a call for tenders to identify and select one or more IT partners that will implement the three-year digital transformation plan.
The OIV expects to receive tenders that are complete and which meet the organisational, functional and technical requirements as described in this document, so to select the most suitable candidates after careful assessment.
Deadline: 25th January 2021
Il 1° gennaio 2021 ha visto il ritorno del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord nell’Organizzazione internazionale della vigna e del vino, che accoglie così il suo 48° Stato membro.
Il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord fu un membro attivo dell’antico OIV dal 1973 al 2004. Dopo aver sottoscritto l’Accordo del 3 aprile 2001 e averne recentemente completato l’iter di ratifica, entra ora a far parte della nuova OIV.
Il Regno Unito rappresenta uno dei principali mercati vinicoli a livello globale. Nel 2019 ha registrato un consumo di vino pari a circa 13 Mio hl, posizionandosi al 10° posto sul mercato globale, con una quota di importazioni superiore al 95%.