La terza edizione della Conferenza della vigna e del vino in Libano si è tenuta a Beirut, il 13 settembre scorso.
Organizzata dal ministero dell'Agricoltura libanese sul tema "nuove strategie e tecnologie per l'industria vinicola libanese" presso l'Università Saint Esprit di Kaslik (USEK), all'evento erano presenti le principali aziende del settore associate all'Unione vinicola del Libano e diversi esperti del settore.
I relatori, provenienti da diversi paesi quali Francia e Italia, hanno contribuito a fare luce sui recenti progressi in ambito tecnico, scientifico ed economico.
Il direttore generale dell'OIV e il suo assistente hanno partecipato a questa giornata e Jean-Marie Aurand ha colto questa occasione per sottolineare che sin dal 1995, anno dell'adesione del Libano all'OIV, i rapporti sono sempre stati molto stretti e fruttuosi.
Da un paio di decenni a questa parte, la vitivinicoltura libanese vive una crescita notevole
Nel 1997, su consiglio dell'OIV, venne creata l'Unione vinicola del Libano. Nel 2000, il Libano adottò la legge sul vino, ai sensi della quale nel 2013 fu creato Istituto nazionale della vigna e del vino. Negli ultimi sei anni, grazie al dinamico impegno del direttore generale Louis Lahoud, i rapporti tra OIV e Libano si sono ulteriormente rafforzati.
Aurand ha inoltre ricordato il successo delle giornate dei vini del Libano che si sono svolte a Parigi nel 2010 e 2013, a Berlino nel 2014, negli USA nel 2016 e 2017 e in Svizzera quest'anno, su iniziativa del ministero dell'Agricoltura. La giornata di quest'anno in Svizzera, che ha visto la partecipazione di un vasto pubblico di specialisti, i quali hanno avuto l'opportunità di scoprire la diversità e la qualità della produzione libanese, è stato reso possibile grazie all'impegno del direttore generale dell'Agricoltura Louis Lahoud e al sostegno del ministro degli Affari esteri Gebran Bassil.
Durante questa visita, il direttore generale dell'OIV è stato ricevuto dal Presidente della Repubblica, il generale Michel Aoun, e dal primo ministro Saad Hariri, che hanno ribadito il sostegno del proprio paese alle attività dell'Organizzazione.
Inoltre, ha tenuto degli incontri ad alto livello con il ministro dell'Economia Raed Khoury (1), il ministro della Giustizia Salim Jreissati (2), il ministro dell’Informazione Melhem Riachi (3) e quello del Turismo Avedis Guidanian (4), a riprova dell'importanza attribuita da questo paese alla filiera vitivinicola.
Da un paio di decenni a questa parte, la vitivinicoltura libanese vive una crescita notevole e annovera oggi quasi 50 aziende viticole rispetto alle 8 di venti anni fa.
Il Libano produce circa 80.000 hL di vino l'anno e ne esporta la metà. La filiera valorizza i vitigni autoctoni, quali l'Obeidy o il Merweh, con l'obiettivo di recuperare le radici della sua viticoltura millenaria.
La trasferta è avvenuta in occasione della 7ª Esposizione internazionale di vini del versante est dei monti Helan, svoltasi dal 12 al 15 settembre 2018.
Regina Vanderlinde ha partecipato all'inaugurazione dell'evento, il cui tema era l'apprezzamento del gusto del marchio, e a cui era presente, tra le autorità locali, Cao Kailong, direttore del Ningxia Grape Industry Development Bureau.
Nel corso della manifestazione è stata inoltre organizzata un'esposizione di vini di diverse regioni cinesi: il "Belt and Road" al Yinchuan Exhibition Center. Questa visita è stata anche l'occasione per la presidente di visitare diverse aziende vitivinicole della regione.
Durante la sua permanenza in Cina, Regina Vanderlinde ha incontrato Hao Linhai, ex vicesegretario di partito del governo popolare del Ningxia ed ex presidente dell'Associazione dei viticoltori di Ningxia. Questi ha ricevuto il Merito dell'OIV in occasione del 40º Congresso mondiale della vigna e del vino tenutosi a maggio 2017 a Sofia (Bulgaria).
La viticoltura nella regione di Ningxia sta conoscendo una fase di grande sviluppo sotto l'impulso, in special modo, delle autorità locali. La produzione di vino è orientata alla qualità e alla diversità ed è condotta da oltre 180 aziende vitivinicole.
Tale dinamismo riflette l'immagine della vitivinicoltura cinese che, complessivamente, fa registrare una forte crescita sia nella produzione di uva da tavola (1º produttore mondiale) sia nella produzione e nel consumo di vino (8º produttore e 5º consumatore mondiale).
Questa nazione di millenaria tradizione viticola desidera ravvivare la propria filiera vitivinicola, specialmente nell'ambito del piano strategico per l'agricoltura lanciato dal Presidente della Repubblica Nursultan Nazarbaev, che mira a posizionare il Kazakistan tra i principali attori mondiali del settore della produzione biologica.
Come ha menzionato Jean-Marie Aurand, "dopo l'adesione di Azerbaigian, Armenia e Uzbekistan, quella del Kazakistan completerebbe la presenza dell'Asia centrale nel consesso dei paesi viticoli dell'OIV, testimoniando il rinnovamento di queste regioni di grande tradizione nella produzione di uva e vini e l'emergere di aspettative di mercato per prodotti di qualità che rispettano le norme internazionali".
36ª Conferenza internazionale dell'AIDV sulle sfide del cambiamento climatico
Imperniata su questo tema, la 36ª Conferenza internazionale dell' l'Associazione internazionale dei giuristi della vite e del vino (AIDV) ha riunito a Napa (USA) circa 150 giuristi di tutto il mondo per valutarne le conseguenze giuridiche.
Dal 1 al 3 ottobre, l'AIDV ha tenuto la sua Conferenza internazionale a Napa, concentrandosi sulla necessaria evoluzione del diritto vitivinicolo rispetto alle sfide del cambiamento climatico. In occasione dell'apertura delle due sedute dedicate alla questione, il direttore generale dell'OIV ha ricordato come questa sia considerata prioritaria tra le linee strategiche sviluppate dall'Organizzazione per prendere in considerazione gli obiettivi ambientali, sociali ed economici della filiera, pur mantenendo un approccio olistico mirato a garantire la sostenibilità del settore vitivinicolo.
Attorno alla tematica scelta dagli ospiti californiani della Conferenza, le comunicazioni e gli scambi sono stati ricchi, in particolare grazie agli interventi di accademici di Stanford e Berkeley e di professionisti che hanno consentito di comprendere meglio l'attuazione della responsabilità sociale e ambientale delle aziende del settore, come per la filiera dello Champagne, in Francia, o E. & J. Gallo, in California.
La civiltà del vino e il suo consumo responsabile, secondo Ernest Gallo
Nel corso di questa visita, Jean-Marie Aurand si è recato a Modesto (USA), dove ha visitato la sede e gli imponenti impianti della Gallo e si è intrattenuto con Ernest Gallo. Questa è stata l'occasione per commemorare il 25º anniversario della dichiarazione fatta dal nonno, Ernest Gallo [EN], durante l'Assemblea dell'OIV tenutasi a San Francisco nel 1993, volta a promuovere la civiltà del vino e il suo consumo responsabile e che portò alla creazione, grazie al sostegno statunitense, della Commissione "Vino e salute" all'interno dell'OIV.
L'attuazione delle norme analitiche elaborate dall'OIV
Visitando i laboratori ETS, il direttore generale dell'OIV ha potuto inoltre constatare l'importanza e l'attuazione delle norme analitiche elaborate dall'Organizzazione. Il fondatore dei laboratori, Gordon Burns, ha presentato l'unità di analisi microbiologica, che permette di individuare sin dalle fasi iniziali i rischi di contaminazione da parte di batteri, lieviti, o spore indesiderabili.
Incontro con gli studenti della filiera
Questo viaggio ha offerto infine l'occasione per presentare presso la CAL POLY, l'Università politecnica statale di California, le principali tendenze economiche del settore e le sue sfide. In occasione di questi incontri con gli studenti e il responsabile del dipartimento Vino e viticoltura, il dott. Benoît Lecat, Jean-Marie Aurand si è lungamente soffermato sul contesto sociale che influisce sul settore vitivinicolo e sulla necessità di assicurare una formazione adeguata a coloro che gestiranno la filiera nei prossimi anni.
Nato nel 2008, il programma Wine in Moderation rappresentò all'epoca una prima assoluta per il settore vitivinicolo. Per la prima volta, infatti, tutti gli attori europei del settore si sono riuniti per elaborare un programma completo mirato alla promozione di un consumo di vino responsabile e moderato.
La missione di WIM è offrire un quadro di riferimento comune, che riunisca l'insieme degli attori della catena del valore internazionale del vino e che ne stimoli il contributo nel contrasto agli aspetti negativi legati all'eccessivo consumo di alcol.
Celebrandone i 10 anni, i responsabili di WIM hanno voluto, in questi giorni, stilare un bilancio delle iniziative realizzate e, soprattutto, riflettere sulle strategie che Wine in Moderation intende adottare per il futuro. Oltre 50 partecipanti del mondo professionale, scienziati e rappresentati del settore vitivinicolo hanno partecipato a questa due giorni che ha segnato l'inizio di una riflessione e di un lavoro strategico e di maggiore prospettiva.
Il direttore generale dell'OIV, Jean-Marie Aurand, accompagnato dalla vicepresidente dell'OIV, Monika Christmann, e dal coordinatore scientifico dell'OIV, Jean-Claude Ruf, ha evidenziato l'importanza del ruolo e del contributo del programma Wine in Moderation-Art de Vivre nella promozione della responsabilità sociale del settore vitivinicolo e si è complimentato per il contributo di WIM nell'ambito della sua partecipazione in qualità di osservatore all'OIV, iniziata nel 2015.