28 Set 2021
In uno scenario che vede aumentare l’interesse del settore vitivinicolo per i metodi di produzione ecologica, The World Organic Vineyard, il nuovo Focus dell’OIV dedicato al vigneto biologico mondiale, getta luce sull’affermarsi della viticoltura biologica, una tendenza in espansione dalla fine del XX secolo. Questo incremento deriva in larga misura da questioni di rilevanza sociale, inerenti in particolare alla salute dei consumatori e alla difesa dell’ambiente.Questa relazione esamina l’aumento e la distribuzione di vigneti con certificazione biologica destinati alla produzione di uva da vino, uva da tavola e uva passa nel periodo compreso fra il 2005 e il 2019.Si è assistito a un incremento a livello globale dei vigneti biologici, oltre che a una notevole diffusione della certificazione.Dall’inizio del XXI secolo, la conversione dei vigneti al regime biologico è aumentata in modo considerevole. Nell’intero periodo preso in esame dalla relazione (2005–2019) si è registrata un’espansione annua dei vigneti con certificazione biologica pari in media al 13%, laddove la superficie di vigneto “non-biologico” è diminuita in media dello 0,4% ogni anno. Una tale crescita si spiega anche con il fatto che la viticoltura biologica certificata rappresenta ancora un fenomeno recente.Nel 2019, ben 63 paesi di tutto il mondo hanno adottato la viticoltura biologica; si stima che i vigneti con certificazione biologica abbiano coperto una superficie di 454 mha, pari al 6,2% del totale delle aree vitate del mondo.Spagna, Francia e Italia ospitano complessivamente il 75% dei vigneti a regime biologico.Se si considera la percentuale di vigneti biologici rispetto alla superficie vitata totale a livello nazionale, la classifica è dominata dai paesi europei. In Italia il 15% dei vigneti è coltivato a regime biologico; seguono la Francia (14%) e l’Austria (14%). L’unico paese non europeo a rientrare nei primi dieci paesi di questa classifica è il Messico, dove i vigneti con certificazione biologica rappresentano l’8% del totale.Occorre tuttavia tenere presente che l’aumento dei vigneti biologici su scala globale è segnato da una dinamica altalenante, poiché in molti casi la conversione alla viticoltura biologica è un processo complesso che richiede un adattamento notevole. I fenomeni meteorologici, così come eventuali questioni strutturali e/o di tipo organizzativo, potrebbero spingere i produttori a rinunciare alla certificazione biologica, con la conseguente riduzione delle superfici vitate biologiche a livello locale.
27 Set 2021
19 Set 2021
Lo scorso venerdì 10 settembre si è concluso il Corso internazionale di ampelografia dell’OIV. Il direttore generale dell’OIV, Pau Roca, e il vice-assessore all’ambiente, all’assetto del territorio e allo sviluppo sostenibile della Comunità autonoma di Madrid, Mariano González Saez, hanno consegnato ai 25 iscritti, di 9 nazionalità diverse, un attestato di partecipazione e un’illustrazione artistica della varietà endemica Rayada Melonera. Rayada Melonera. Varietà endemica della Comunità di Madrid. Disegno di Anne Pieussergues Dherbicourt.La nuova edizione del corso, organizzata dall’OIV in collaborazione con l’Istituto madrileno di ricerca e sviluppo rurale, agricolo e alimentare (IMIDRA), è stato pensato come contributo attivo alla promozione dell’ampelografia attraverso la formazione dei nuovi professionisti del settore.L'ampelografia è una branca della botanica legata allo studio, alla descrizione e alla classificazione delle specie e delle varietà di viteQuesto Corso internazionale di ampelografia dell’OIV si iscrive nel percorso avviato nel 1988 in Italia (ISV Conegliano), continuato nel 1990 in Francia (ENSA Montpellier) e quindi nel 1992 in Germania (BZWG-IR Geilweilerhof).Nel 2021, gli specialisti di questa disciplina si sono riuniti a La Finca El Encin.Nel 2021 gli specialisti della disciplina si sono ritrovati presso la Finca El Encín, il centro di riferimento della Comunità autonoma di Madrid per progetti di ricerca agroalimentare e agroambientale, che si trova a Alcalá de Henares. I lavori del Dipartimento di ricerca agroalimentare, diretto da Gregorio Munoz e Felix Cabello, mirano all’ottenimento di vini di qualità e alla conservazione e lo studio dei vitigni autoctoni. Il programma di questi cinque giorni di formazione ha proposto l’intervento di insegnanti internazionali di altissimo livello che hanno unito la teoria – nell’antica cappella del sito riconvertita per l’occasione – alla pratica, in una collezione che, con quasi 4000 varietà di vite, è la più ricca di Spagna e tra le più importanti del mondo. El Encín ospita una delle collezioni di vigneti più importanti del mondo.La prossima edizione del corso si terrà a luglio 2022 a Montpellier (Francia), con la collaborazione dell’IFV (Istituto francese della vigna e del vino), dell’INRAE (Istituto nazionale di ricerca per l’agricoltura, l’alimentazione e l’ambiente) e dell’Istituto Agro - Montpellier SupAgro. La presenza di Thierry Lacombe, ampelografo francese e ingegnere all’INRAE di Montpellier, durante l’intera settima è servita a facilitare questo passaggio di testimone. L’iniziativa rientra nei lavori condotti attualmente dalla Commissione “Viticoltura” e dal Gruppo di esperti “Risorse genetiche e selezione della vite” (GENET). Luigi Bavaresco, presidente del Gruppo GENET, ha partecipato all’inaugurazione e a una parte delle lezioni presentando i lavori in corso e quelli futuri. Per maggiori informazioni sul lavoro della Commissione “Viticoltura”, si prega di contattare Alejandro Fuentes Espinoza, capo dell’unità “Viticoltura” viti@oiv.int e/o Solange Slack, responsabile dei progetti OIV comunication@oiv.int.Per maggiori informazioni sull’edizione 2022 del corso, si prega di contattare oivampelography@oiv.int Ritrovate anche le testimonianze degli insegnanti e dei partecipanti.
15 Set 2021
La 52ª riunione del Comitato del Codex sugli additivi alimentari (CCFA) si è svolta in modalità telematica dall’1 al 10 settembre 2021 su gentile invito del governo cinese. Durante la riunione, a cui ha partecipato il coordinatore scientifico dell'OIV Jean-Claude Ruf, sono state approvate diverse decisioni.Dr. Yongxiang Fan, Presidente del Comitato del Codex sugli additivi alimentariIn particolare, su proposta della delegazione cilena, il Comitato ha discusso della possibile ripresa dei lavori sugli additivi nel vino in seno al Codex Alimentarius. Questi lavori sono sospesi dal 2017 per la mancanza di consenso circa il riferimento all’OIV in una nota a piè di pagina relativa all’applicazione delle buone pratiche di fabbricazione (BPF).Durante la riunione è stato quantomeno espresso un consenso alla ripresa delle discussioni vista l’importanza di aprire nuovamente questi lavori nell’ambito del commercio internazionale.Sebbene la competenza dell'OIV venga riconosciuta da molti paesi, alcuni membri ritengono che le norme del Codex dovrebbero essere elaborate e applicate a livello mondiale e non dovrebbero fare riferimento a norme stabilite da altre organizzazioni; altri, favorevoli ai lavori, hanno sottolineato l’importanza di ottenere delle informazioni pertinenti da parte dei membri.L’OIV ha esortato a una collaborazione più stretta tra il CCFA e l’OIV al fine di evitare la duplicazione di norme internazionali per il vino d’uva.In veste di osservatore presso il Codex Alimentarius, l’OIV ha preso atto delle preoccupazioni espresse dai membri e ha sottolineato la sua disponibilità a partecipare ai lavori offrendo il proprio contributo in uno spirito di compromesso. In conclusione, il Comitato ha deciso che il Cile, in collaborazione con l’Unione europea e gli Stati Uniti d’America, preparerà un documento di discussione per la prossima riunione del CCFA e che la lista degli additivi per la categoria dei vini d’uva in attesa di approvazione verrà mantenuta alle fasi attuali.Inoltre, il Comitato ha chiesto al JECFA di rivalutare i limiti di piombo nelle monografie sulla bentonite, le diatomee e il carbone attivo. Sulla base delle valutazioni del JECFA, le corrispondenti monografie del Codex enologico internazionale dell'OIV potrebbero essere sottoposte a revisione.
13 Set 2021
Lo scorso 9 settembre, a Parigi, la Giuria internazionale dell'OIV, composta dall’élite scientifica e tecnica di diversi Stati membri dell’Organizzazione, ha assegnato 16 Premi e 10 Menzioni speciali a pubblicazioni selezionate tra le circa sessanta in gara.
Qui l’Albo dei vincitoriPremi, menzioni speciali e riconoscimenti della giuria dei premi OIV 2021 La presidente della Giuria Azélina Jaboulet-Vercherre e il segretario scientifico Richard Pfister hanno ringraziato i numerosi lettori che da tutto il mondo hanno valutato con imparzialità e professionalità le pubblicazioni presentate. Sono quasi 40 i paesi rappresentati dagli autori e dalle molte persone che hanno contribuito alla redazione delle opere. L’edizione 2021 evidenzia il grande rigore degli autori, sostenuti dalle loro squadre editoriali, e la qualità delle fotografie presenti nelle opere. Il lavoro di tre fotografi è stato quindi premiato con il Riconoscimento della Giuria: Christophe Deschanel, Gerda Louw et Sophie Dumont. Il Riconoscimento della Giuria dell’OIV 2021 è stato assegnato, come sempre, nel pieno rispetto degli obiettivi del Premio dell'OIV stabiliti nel 1930: promuovere la ricerca in tutti i paesi e diffondere le conoscenze sulla vite e sul vino nel mondo. Le iscrizioni per l'edizione 2022 dei Premi dell’OIV sono aperte dal 1º settembre al 28 febbraio 2021.
09 Set 2021
Due mesi dopo la riunione dell’Assemblea generale in cui la Francia ha proposto Digione quale futura sede, per rispondere alle necessità immobiliari dell’OIV, la capitale della Borgogna-Franca Contea e il segretario di Stato del ministero dell’Europa e degli affari esteri, Jean-Baptiste Lemoyne, hanno invitato una delegazione degli Stati membri a visitare le varie installazioni che la città offre all’Organizzazione.Un patrimonio eccezionale: l’Hotel Bouchu d’Esterno, un edificio storico del XVII secolo sito nel cuore della cittàDigione propone inoltre diverse sale per riunioni, seminari e congressi dove svolgere le attività dell'Organizzazione. In occasione della visita, il presidente dell'OIV, Luigi Moio, ha fatto presente l’importanza del polo scientifico e di ricerca della città, che offre un ambiente favorevole all’Organizzazione internazionale della vigna e del vino. “Con la futura Cittadella internazionale della gastronomia e del vino di Digione, desideriamo sottolineare il respiro internazionale della città”, ha affermato il sindaco François Rebsamen.Un impegno forte e definitivo dello Stato ospitante“Il trasferimento della sede dell’OIV a Digione presso l’Hotel d’Esterno si inquadra nel posizionamento della Francia nel contesto del multilateralismo”, ha commentato il segretario di Stato Jean Baptiste Lemoyne, che ha altresì ricordato l’attuale tendenza alla decentralizzazione delle istituzioni: “Brest è candidata a ospitare l’Organizzazione meteorologica mondiale e Lione si prepara ad accogliere l’Accademia dell’OMS”.Dopo questa visita, durante la quale i diplomatici hanno avuto l’occasione di apprezzare ciò che Digione ha da offrire all’OIV, gli Stati membri dispongono ora di un periodo di riflessione prima di prendere una decisione per consenso in occasione dell’Assemblea generale che si terrà il prossimo 25 ottobre in questa stessa città.
05 Set 2021
L'Organizzazione internazionale della vigna e del vino (OIV) rende omaggio alla celebrazione del Congresso mondiale dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) che si tiene a Marsiglia (Francia) dal 3 all’11 settembre 2021.L’IUCN è la principale autorità internazionale sullo stato della natura e delle risorse naturali nel mondo e sulle misure per la loro conservazione. Insieme alle fondamentali conferenze delle Nazioni unite sulla biodiversità e sul clima di Kunming e Glasgow, il Congresso dell’IUCN è un importante momento di incontro che permetterà di definire nuovi obiettivi e misure per un futuro sostenibile e salutare per le persone e la natura. La conservazione della biodiversità e il suo legame con il settore vitivinicolo rappresentano una delle sfide prioritarie del lavoro e dell’azione dell’OIV e dei suoi 48 Stati membri, come evidenziato dal Piano strategico 2020-2024 dell’Organizzazione il cui obiettivo è quello di promuovere una vitivinicoltura eco-responsabile e di preservare le risorse naturali.Lo sviluppo della biodiversità e della diversità genetica in viticoltura è fondamentale per il settoreDa molti anni l’OIV opera affinché la gestione e la conservazione della biodiversità possano essere integrate in modo sostenibile nel settore. In particolare, la risoluzione OIV-VITI 333-2010, “Definizione di terroir vitivinicolo”, riconosce la biodiversità tra le caratteristiche essenziali del terroir, mentre la risoluzione OIV-CST 518-2016, “Principi generali dell’OIV sulla viticoltura sostenibile”, individua alcuni elementi relativi alla conservazione della biodiversità.I lavori scientifici più recenti e le ultime risoluzioni approvate ribadiscono l’importanza che l’OIV attribuisce alla biodiversità. Nel 2018, l’OIV ha pubblicato un importante documento di competenza collettiva sulla biodiversità funzionale nel vigneto.Inoltre, lo scorso luglio, l’Assemblea generale dell'OIV ha adottato le “Raccomandazioni dell'OIV sulla valorizzazione e sull’importanza della biodiversità microbica nel contesto della vitivinicoltura sostenibile”. Gli Stati membri dell’OIV riconoscono che i microrganismi sono dei potenziali indicatori precoci dell’influenza dei fattori esterni sulla biodiversità del vigneto nel suo complesso e raccomandano di promuovere e incoraggiare lo sviluppo di politiche di valorizzazione quanti-qualitativa dell’abbondanza microbica e della sua biodiversità nel vigneto.
30 Ago 2021
Premi dell'OIV : informazioni e modulo di registrazione per l'edizione 2022 sono disponibili qui.Registrazione: 1 settembre 2021 - 28 febbraio 2022Libri stampati nelle 12 categorie.Strumento digitale interattivo (Siti Web, Webformation) per le categorie : Viticoltura e Vitivinicoltura sostenibile, Enologia, Economia e Diritto vitivinicoli, Storia, Letteratura e Belle Arti, Vino e Salute.Non si accettano riviste, guide commerciali e siti web commerciali.Maggiori informazioni: jurydesprix@oiv.int
12 Ago 2021
Nella sesta relazione di valutazione presentata all’ultima riunione del Comitato intergovernativo per i cambiamenti climatici dell’ONU (IPCC), gli scienziati avvertono che stiamo modificando il clima in modo irreversibile.A partire dal 1950, le ondate di caldo sono diventate sempre più frequenti e intense: è quanto emerge dalla nuova relazione del Comitato intergovernativo per i cambiamenti climatici (IPCC). Questo lavoro, redatto da un gruppo di scienziati le cui conclusioni sono approvate dai governi a livello globale, evidenzia inoltre che l’ultimo quinquennio è stato il più caldo mai registrato dal 1850.Negli ultimi anni abbiamo constatato che il cambiamento climatico ha rappresentato un fattore determinante nell’aumento del rischio e dell’estensione degli incendi. I vigneti non avrebbero, né hanno potuto, sfuggire a questa calamità. Paesi come l’Australia, gli Stati Uniti, il Portogallo, l’Italia e la Grecia si sono trovati in passato o si trovano ora ad affrontare un problema dalle molteplici ripercussioni in ambito enologico.Gli incendi compromettono la sostenibilità ambientale, modificando il terroir e alterando il profumo e il sapore del vino. La grande diffusione dei roghi è una conseguenza diretta del surriscaldamento atmosferico causato dalle emissioni di gas serra derivanti dall’attività umana: la siccità e i venti impetuosi fanno divampare rapidamente le fiamme, rendendone difficoltosa l’estinzione. Le alte temperature provocate dagli incendi possono inoltre arrecare gravi danni all’uva e farla seccare fino a renderla inutilizzabile.Affrontare il cambiamento climatico tramite attività di mitigazione e adattamento è il primo obiettivo della linea strategica I del Piano strategico dell’Organizzazione, “Promuovere una vitivinicoltura rispettosa dell’ambiente”. Piano strategico dell’OIVPer approfondire l’argomento, invitiamo a prendere visione dell’articolo scientifico liberamente consultabile: “Techniques for Mitigating the Effects of Smoke Taint While Maintaining Quality in Wine Production: A Review” (Tecniche per mitigare gli effetti dei contaminanti derivati dal fumo e preservare la qualità della produzione vinicola: una rassegna).Le conclusioni della sesta relazione di valutazione redatta dall’IPCC sono disponibili online, sull’atlante interattivo del Gruppo di lavoro I dell’IPCC.Gli incendi compromettono la sostenibilità ambientale, modificando il terroir e alterando il profumo e il sapore del vino.
04 Ago 2021
In occasione dell’ultima Assemblea generale, l’OIV ha adottato mediante consenso l’aggiornamento delle definizioni di indicazione geografica e denominazione di origine (OIV-ECO 656-2021). Il Gruppo di esperti “Diritto e informazione del consumatore” (DROCON) della Commissione III “Economia e diritto” dell’OIV ha lavorato per diversi anni a questa risoluzione, al fine di armonizzare le definizioni a quelle attualmente presenti nei principali accordi internazionali sulla proprietà intellettuale.* Questa risoluzione si inserisce nel percorso normativo dell’OIV, che adottò la prima definizione internazionale di denominazione nel 1947. Poi, nel 1992, adottò la definizione di indicazione geografica riconosciuta e aggiornò quella di denominazione di origine riconosciuta (OIV-ECO 2/92). Con il nuovo testo del 2021, la risoluzione del 1992, divenuta ormai obsoleta, è stata abrogata lasciando il posto a due nuove definizioni in linea con le definizioni internazionali dell’OMPI e dell’OMC. L’OIV ha svolto da sempre un ruolo decisivo nella definizione, nella promozione e nella protezione dei concetti di denominazione di origine e indicazione geograficaCresce l’interesse per le denominazioni geografiche patrimonialiQueste nuove definizioni tengono conto dell’importanza crescente dell’uso delle denominazioni geografiche, elementi di un patrimonio nazionale, nella designazione dei vini e delle bevande spiritose di origine vitivinicola, nonché il diritto degli Stati membri a proteggere tali denominazioni conformemente agli accordi internazionali. L’OIV ha inoltre voluto ricordare che le indicazioni di provenienza o le denominazioni di origine sono oggetti di proprietà industriale e hanno diritto alla stessa protezione internazionale, in particolare per quanto riguarda le regole di concorrenza sleale.Queste nuove definizioni tengono conto dell’importanza crescente dell’uso delle denominazioni geografiche, elementi di un patrimonio nazionale, nella designazione dei vini e delle bevande spiritose di origine vitivinicolaL’OIV ha svolto da sempre un ruolo decisivo nella definizione, nella promozione e nella protezione dei concetti di denominazione di origine e indicazione geografica. Nelle definizioni del 1992 e in quelle del 2021, che riflettono quelle dell’OMC del 1994 e dell’OMPI del 2015, l’OIV prende in considerazione il ruolo che i marchi di origine hanno progressivamente acquisito nel settore vitivinicolo, pioniere in quest’ambito della proprietà intellettuale.Le nuove definizioni
Con la nuova formulazione, per indicazione geografica si intende:Qualunque denominazione protetta da parte delle autorità competenti nel paese di origine, che identifica un vino o una bevanda spiritosa come originari di una specifica area geografica, quando una determinata qualità, la notorietà o altre caratteristiche del vino o della bevanda spiritosa siano essenzialmente attribuibili alla sua origine geografica.
La denominazione di origine, per gli Stati membri che riconoscono il termine, è definita come segue:Qualunque denominazione riconosciuta e protetta da parte delle autorità competenti nel paese di origine, che consiste o contiene il nome di un'area geografica o un'altra denominazione attraverso la quale è noto che ci si riferisce a tale area, volta a designare un vino o una bevanda spiritosa come originari di tale area geografica, quando la qualità o le caratteristiche del vino o della bevanda spiritosa siano esclusivamente o essenzialmente attribuibili all'ambiente geografico, compresi i fattori naturali e umani, e che ha conferito al vino o alla bevanda spiritosa la sua notorietà.*Per l’IG si fa riferimento all’articolo 22 dell’Accordo TRIPS (1994), mentre per la DO all’articolo 2.1, punti i) e ii), dell’Atto di Ginevra dell’Accordo di Lisbona (2015). Le definizioni di indicazione geografica e denominazione di origine nuovamente aggiornate dall’OIV includono ormai i concetti di notorietà e di protezione delle autorità competenti degli Stati.