Decisioni riguardanti la viticoltura e l'ambiente
- Dando seguito all'adozione delle precedenti guide per la produzione sostenibile, l'OIV ha adottato i "Principi generali dell'OIV della vitivinicoltura sostenibile – aspetti ambientali, sociali, economici e culturali" (risoluzione OIV-CST 518-2016), il cui obiettivo è precisare la definizione e il campo di applicazione della produzione sostenibile e specificarne i principi generali applicabili all'insieme dei prodotti vitivinicoli. Questi principi generali sono volti a servire da base per l'elaborazione o la revisione delle guide di applicazione della vitivinicoltura sostenibile, integrando i tre aspetti della sostenibilità: ambientale, sociale ed economico. Lo sviluppo di sistemi di produzione e pratiche che preservino queste risorse naturali e ne migliorino le condizioni d'uso, così come l'arricchimento delle condizioni economiche delle aree in cui si colloca la produzione, sono fondamentali per la sostenibilità a lungo termine delle attività vitivinicole.
- Nell'ambito della produzione di uva passa, l'OIV ha adottato una guida di "Buone pratiche dell'OIV per i sistemi di produzione dell'uva passa" (risoluzione OIV-VITI 522-2016). Il documento integra la risoluzione OIV-VITI 493-2013 "Raccomandazioni dell'OIV relative alla preparazione dell'uva passa". Il suo scopo è specificare i requisiti tecnici per la produzione dell'uva passa da raccomandare ai produttori e alle organizzazioni nazionali e/o internazionali.
Decisioni riguardanti le pratiche enologiche
Varie risoluzioni riguardanti le nuove pratiche enologiche andranno a integrare il Codice internazionale delle pratiche enologiche dell'OIV, in particolare:
- L'aggiornamento delle pratiche enologiche attraverso un adattamento che tenga conto dell'uso crescente dei lieviti non-Saccharomyces cerevisiae nel processo di vinificazione (risoluzione OIV-OENO 546-2016).
- Il trattamento dei vini mediante l'uso di fogli filtranti contenenti zeolite Y-faujasite per l'adsorbimento dei cloroanisoli (risoluzione OIV-OENO 444-2016). L'obiettivo di questa pratica è ridurre il contenuto di cloroanisoli responsabili dell'alterazione dell'odore del vino riducendone il tenore al di sotto della soglia di percezione organolettica attraverso l'uso di fogli filtranti contenenti zeolite Y-faujasite durante il processo di filtrazione.
- L'aggiornamento delle pratiche relative all'ossigenazione dei mosti e dei vini (risoluzioni OIV-OENO 545A-2016 e OIV-OENO 545B-2016). Le finalità di queste pratiche sono, da una parte, l'accelerazione del processo di ossidazione dei mosti allo scopo di provocare reazioni di imbrunimento a carico dei composti fenolici per migliorare la stabilità dei vini nei confronti dell'ossidazione, dall'altra, il contributo alla degradazione dei sentori di vegetale e alla scomparsa di aromi di riduzione e la garanzia del regolare svolgimento della fermentazione alcolica, evitandone gli arresti. L'ossigenazione dei vini, inoltre, è volta specialmente a contribuire alla stabilizzazione delle sostanze coloranti e alla maturazione dei vini rossi destinati ai trattamenti per l'eliminazione del ferro in eccesso mediante ossidazione del ferro ferroso in ferro ferrico, alla diminuzione del contenuto di "composti solforati volatili" e dei sentori di vegetale dei vini.
- Nell'ambito della stabilizzazione tartarica dei vini, l'OIV ha ammesso il trattamento dei vini con poliaspartato di potassio (risoluzione OIV-OENO 543-2016). La dose d'uso ottimale di questo nuovo additivo è di 100 mg/L. A dosi maggiori, la capacità stabilizzante del poliaspartato di potassio non migliora e, in alcuni casi, si può produrre un aumento della torbidità del vino.
- Per la prima volta, l'OIV ha operato una distinzione tra le sostanze già ammesse dall'Organizzazione, suddividendole in sostanze utilizzate come additivi e sostanze utilizzate come coadiuvanti tecnologici (risoluzione OIV-OENO 567A-2016). Tale distinzione contribuirà a stabilire un'armonizzazione maggiore tra organizzazioni internazionali e semplificare il commercio internazionale di vino di uva, sottolineando però che l'elenco non rappresenta una lista completa ed esaustiva degli additivi e coadiuvanti tecnologici e che l'OIV continua a esaminare e considerare gli additivi e i coadiuvanti tecnologici che vengono proposti per l'elaborazione dei vini.
Decisioni riguardanti le specificazioni dei prodotti enologici
Le seguenti monografie vanno a integrare il Codex enologico internazionale:
- Una monografia relativa alla zeolite Y-faujasite (risoluzione OIV-OENO 506-2016). Diverse specificazioni dettagliate accompagnano questa monografia, in particolare si evidenzia quella riguardante il rapporto silice/allumina, che deve essere uguale o maggiore di 3. La monografia va a completare la pratica enologica che ammette il trattamento dei vini con questo copolimero.
- Una revisione della monografia sulle sostanze proteiche di origine vegetale (risoluzione OIV-OENO 575-2016). Il limite per il ferro è stato aumentato a 300 ppm esclusivamente per le proteine di pisello e di patata, mentre il limite per lo zinco è stato aumentato a 150 ppm esclusivamente per le proteine di pisello.
Decisioni riguardanti i metodi di analisi
Nel corso della stessa seduta sono stati adottati nuovi metodi di analisi o linee guida che andranno a completare il corpus analitico dell'OIV. Si tratta nello specifico di:
- "Disposizioni relative all'uso di metodi brevettati che devono essere adottati dall'OIV" (risoluzione OIV-OENO 526-2016). Seguendo i passi del Codex Alimentarius, anche l'OIV ha adottato una lista di requisiti per l'approvazione di un metodo protetto da diritti di proprietà intellettuale volti a prevenire la divulgazione totale delle informazioni riguardanti il metodo e/o per il quale il titolare della proprietà intellettuale abbia limitato l'uso o la diffusione del metodo o dei materiali necessari per il suo funzionamento. In linea di massima, un metodo brevettato non dovrà essere approvato se si dispone di un metodo di analisi adeguato non brevettato che sia stato approvato o che potrebbe esserlo e che possieda delle caratteristiche di efficienza simili o migliori.
- Il metodo per il dosaggio degli zuccheri nei mosti e nei vini mediante cromatografia liquida ad alta prestazione è stato aggiornato (risoluzione OIV-OENO 552-2016). Questo metodo, validato da uno studio interlaboratorio, si applica alla quantificazione diretta degli zuccheri nei mosti e nei vini per concentrazioni fino a 20 g/L e per concentrazioni superiori dopo diluizione. Allo stesso modo è possibile quantificare il glicerolo (tra 0,5 e 15 g/L) e il saccarosio (tra 1 e 40 g/L). Gli zuccheri e il glicerolo vengono separati mediante HPLC utilizzando una colonna con alchilammina e determinati mediante rifrattometria.
- Anche il metodo per la determinazione del titolo alcolometrico volumico è stato aggiornato per tenere conto della misurazione per le bevande a basso tenore alcolico (risoluzione OIV-OENO 566-2016). Pertanto, il procedimento è stato leggermente modificato per potervi includere le bevande con un titolo alcolometrico volumico inferiore o uguale a 1,5% vol.
- Metodo relativo all'analisi dei composti volatili presenti nei vini mediante gascromatografia (risoluzione OIV-OENO 553-2016). Questo metodo è applicabile all'analisi dei composti volatili dei vini che contengono meno di 20 g/L di zuccheri. Per i vini con un contenuto zuccherino superiore a 20 g/L di zuccheri e le mistelle, è necessario eseguire prima una distillazione (identica a quella praticata per ottenere il TAV), seppur questa trascini una parte significativa dei composti.
Decisioni riguardanti l'economia e il diritto
- L'OIV ha inoltre adottato delle raccomandazioni per l'elaborazione di programmi di formazione per enologi (risoluzione OIV-ECO 563-2016). Il programma di formazione per enologi deve assicurare che l'enologo sia in grado di operare efficientemente in qualunque dei cinque ambiti di lavoro definiti dalla risoluzione OIV-ECO 492-2013, che sia all'altezza di gestire gli incarichi ivi descritti e che abbia una conoscenza approfondita e sempre aggiornata di tutte le pratiche che devono svolgersi sotto la sua supervisione. Questi programmi sono stati elaborati sulla base della Classificazione internazionale standard dell'istruzione dell'UNESCO (ISCED-UNESCO 2011). In tal senso, i programmi di formazione per enologi rientrano nella formazione terziaria e possono essere svolti a diversi livelli.
- Infine, l'OIV ha adottato una nuova definizione di vini speciali, più precisamente, dei "Vini a tenore alcolico modificato mediante dealcolizzazione" (risoluzione OIV-ECO 523-2016). Il vino a tenore alcolico modificato mediante dealcolizzazione è la bevanda ottenuta esclusivamente da vino o vino speciale, che ha subito un trattamento di dealcolizzazione che ha ridotto l'iniziale titolo alcolometrico volumico effettivo del vino o del vino speciale in una proporzione superiore al 20% e il cui titolo alcolometrico effettivo è uguale o maggiore al titolo alcolometrico effettivo minimo per il vino.
I testi integrali delle risoluzioni adottate dalla 14a Assemblea generale dell'OIV: consultabili sul risoluzioni dell'OIV.
Al concorso hanno partecipato 140 vini provenienti da 5 paesi diversi.
Patrocinato dall'OIV e dall’Unione internazionale degli enologi, questo concorso ha puntato i riflettori sui vini ottenuti dal Tannat, vitigno simbolo della vitivinicoltura uruguayana.
In occasione di questa visita, Jean-Marie Aurand ha incontrato, insieme a José Lez Secchi, presidente dell'INAVI (Istituto nazionale del vino), il viceministro agli Affari esteri José Luis Cancela per esaminare le modalità organizzative del Congresso dell'OIV che si terrà a Punta del Este a fine novembre 2018. Il viceministro ha espresso soddisfazione per l'organizzazione del Congresso in Uruguay e ha confermato il pieno sostegno del paese all'OIV.
Nel 2016, i 6.745 ettari vitati dell'Uruguay hanno prodotto 104.500 tonnellate di uva destinata per il 97% alla vinificazione. I vitigni rossi rappresentano l'80% della superficie, con in testa il Tannat, seguito dal Moscato d'Amburgo (19%) e dal Merlot (11%).
Durante un pranzo di lavoro su invito di Santiago Queirolo, presidente del Comitato vitivinicolo della Società nazionale delle industrie, che riunisce le principali aziende del settore, Jean-Marie Aurand ha presentato le attività svolte dall'OIV e si è augurato una maggiore partecipazione degli esperti peruviani ai lavori dell'Organizzazione.
In occasione di un incontro con il viceministro delle Piccole e medie imprese e dell'industria, nonché presidente della Commissione nazionale del Pisco, Juan Mathews Salazar, questi ha confermato l'importanza che il Perù attribuisce all'OIV in un momento in cui la sua vitivinicoltura si sta sviluppando e modernizzando. Diverse sono le attività previste per consolidare i legami con l'Organizzazione, in particolare il rafforzamento delle competenze del Perù e la possibilità di organizzare una presentazione di Pisco e di vini peruviani presso la sede dell'OIV nel 2017.
Questi orientamenti sono stati confermati in un incontro con il direttore per l'Agricoltura Edson Seopa Ruiz presso il ministero dell'Agricoltura.
Il direttore generale ha inoltre tenuto una presentazione presso l'Istituto del vino e del Pisco sulla congiuntura del settore vitivinicolo mondiale e le grandi sfide che si trova ad affrontare.
La viticoltura peruviana sta vivendo da qualche anno un grande rinnovamento.
In dieci anni la superficie del vigneto è raddoppiata, raggiungendo i 32.000 ha nel 2015. Con oltre 510.000 tonnellate di uva da tavola prodotte nel 2015, di cui il 60% destinate all'esportazione, il Perù ha dimostrato chiaramente le proprie ambizioni.
Anche la produzione di vino ha registrato un aumento di circa il 20% in dieci anni, toccando i 700.000 hl, e il consumo ha seguito la stessa evoluzione, attestandosi a 785.000 hl.
Infine il Pisco, prodotto emblematico che da anni è protagonista di un concorso patrocinato dall'OIV, sta conoscendo una crescita della produzione, raggiungendo oltre 9,5 milioni di litri nel 2015.
La prima parte di questa visita è stata dedicata a degli incontri con i responsabili del settore vitivinicolo marocchino.
Durante un colloquio con il segretario generale del ministero dell'Agricoltura, il prof. Mohammed Sadiki, e in presenza del direttore generale dell'ONSSA (Ufficio nazionale per la sicurezza sanitaria dei prodotti alimentari) e dei suoi collaboratori, la presidente e il direttore generale si sono complimentati per la qualità della collaborazione tra le autorità marocchine e l'OIV e hanno espresso l'augurio che questa possa proseguire e rafforzarsi ulteriormente attraverso una maggiore presenza degli esperti marocchini ai lavori dell'OIV e la possibilità di organizzare una presentazione di vini del Marocco presso la sede dell'Organizzazione.
Il prof. Mohammed Sadiki (al centro nella foto di gruppo) ha confermato l'apprezzamento del suo paese nei confronti dell'OIV e la volontà delle autorità marocchine di sostenere questo rapporto in una stagione in cui il Marocco sta compiendo considerevoli sforzi di adattamento e modernizzazione della propria viticoltura.
Con una superficie vitata di 50.000 ha, il Marocco produce oltre 4.000.000 di tonnellate di uva, di cui l'80% destinate al consumo fresco e il 20% alla vinificazione.
La produzione di uva da tavola e di uva passa è in costante crescita, mentre la produzione di vino (350.000 hl/anno) sta vivendo un nuovo rinascimento grazie alla politica volontaristica di promozione della qualità e di identificazione dei vini mediante indicazioni geografiche e denominazioni di origine.
Nell'ambito della COP22, Monika Christmann e Jean-Marie Aurand hanno partecipato ai lavori dell'iniziativa "4 per 1000", che consiste nella promozione dello stoccaggio del carbonio nel suolo mediante specifiche pratiche agronomiche per contribuire alla riduzione dei gas a effetto serra.
A questa iniziativa, lanciata a Parigi durante la COP21, hanno aderito oltre 170 partecipanti tra Stati, istituti di ricerca, organizzazioni intergovernative e non governative, ivi compresa l'OIV.
Durante il suo intervento, la presidente ha sottolineato l'interesse dell'OIV per i lavori svolti in questo forum, che in perfetta sintonia con le linee di lavoro dell'Organizzazione in materia di cambiamento climatico e sviluppo sostenibile.
Questo salone professionale ha riunito oltre 225 aziende in rappresentanza dell'85% del commercio di vino sfuso del mondo.
In occasione delle conferenze organizzate nell'ambito della manifestazione, patrocinata dall'OIV, il direttore generale Jean-Marie Aurand ha fatto una presentazione della congiuntura mondiale del mercato vinicolo, con una particolare attenzione rivolta al commercio vino sfuso.
Si tratta di un settore in costante sviluppo le cui esportazioni sono passate dai 15 Mio hl nel 2000 ai 40 Mio hl nel 2016, pari al 38% del volume di vino esportato nel mondo. L'85% delle esportazioni di vino sfuso è ascrivibile a sette paesi: Spagna (35%), Italia (12%), Australia (10%), Cile (10%), Sud Africa (7%), Francia (6%) e Stati Uniti d'America (5%).