Principi generali dell'OIV sulla vitivinicoltura sostenibile - Aspetti ambientali, sociali, economici e culturali
RISOLUZIONE OIV-CST 518-2016
PRINCIPI GENERALI DELL’OIV SULLA VITIVINICOLTURA SOSTENIBILE - ASPETTI AMBIENTALI, SOCIALI, ECONOMICI E CULTURALI
L’ASSEMBLEA GENERALE,
CONSIDERATE le risoluzioni CST 1/2004, CST 1/2008 e OIV-VITI 422/2011 adottate e i lavori condotti in parallelo dai diversi gruppi di esperti sui differenti aspetti della sostenibilità,
CONSIDERATA l’esistenza di una grande diversità dei contesti vitivinicoli e dei sistemi di produzione dell’uva e del vino su cui i fattori di sostenibilità hanno un impatto diverso,
CONSIDERATO che negli ultimi decenni in tutto il mondo sono stati applicati sistemi e regole di produzione che combinano criteri di vitivinicoltura integrata, biologica e biodinamica,
CONSIDERATO che in vitivinicoltura è importante definire i diversi sistemi di produzione e di trasformazione e specificare il loro rapporto con i principi della sostenibilità, al fine di informare il consumatore attraverso le designazioni dei prodotti vitivinicoli,
CONSIDERATO che è opportuno distinguere i principi generali di sostenibilità dai metodi di produzione che integrano, in maniera totale o parziale, tali principi,
CONSIDERATA l’esistenza di molti approcci diversi e potenzialmente di uguale rilevanza per la valutazione di un sistema legato allo sviluppo sostenibile,
CONSIDERATA la risoluzione VITI 1/1999 sulla produzione integrata dei vigneti e la risoluzione OIV-ECO 460/2012 sui principi della vitivinicoltura biologica,
CONSIDERATA la necessità generale di comprendere il concetto di sostenibilità e le sue implicazioni,
CONSIDERATO l’articolo 2, paragrafo 2, punto k) dell’Accordo del 3 aprile 2001, che prevede che una delle attività dell’OIV sia quella di “contribuire alla conoscenza o al riconoscimento del patrimonio vitivinicolo mondiale e degli elementi storici, culturali, umani, sociali e ambientali a esso collegati”,
CONSIDERATO che la cultura di un territorio ne caratterizza l’identità e la specificità, e che la produzione vitivinicola è stata da sempre una componente importante dell’immagine di un territorio,
DECIDE di adottare i seguenti "Principi generali dell’OIV sulla vitivinicoltura sostenibile - Aspetti ambientali, sociali, economici e culturali", e
CHIEDE di rivedere e integrare regolarmente le varie guide dell’OIV sulla vitivinicoltura sostenibile in base ai principi qui delineati.
Principi generali dell’OIV sulla vitivinicoltura sostenibile
Aspetti ambientali, sociali, economici e culturali
Campo di applicazione del documento
Principi generali di sostenibilità applicati alla vitivinicoltura
1. 1º Principio: l'approccio sostenibile integra aspetti ambientali, sociali ed economici
2. 2º Principio: la vitivinicoltura sostenibile rispetta l'ambiente
Conservazione della biodiversità
Limitazione dell’inquinamento acustico e atmosferico
3. 3º Principio: la vitivinicoltura sostenibile è sensibile agli aspetti sociali e culturali
4. 4º Principio: la vitivinicoltura sostenibile si propone di perseguire l’economicità
5. 5º Principio: le iniziative sostenibili richiedono attività di pianificazione e valutazione
Monitoraggio e valorizzazione delle conoscenze
Principi generali dell’OIV sulla vitivinicoltura sostenibile
Aspetti ambientali, sociali, economici e culturali
Introduzione
Nel 1980, l’Unione internazionale per la conservazione della natura ha pubblicato un rapporto intitolato “Strategia mondiale per la conservazione” all’interno del quale appariva per la prima volta il concetto di sviluppo sostenibile. La prima definizione ufficiale di “sviluppo sostenibile” venne fornita nel 1987 all’interno del Rapporto “Our Common Future”, pubblicato dalla Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo delle Nazioni Unite (Commissione Brundtland): “Lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni”.
Il concetto di sviluppo sostenibile ha ottenuto un riconoscimento più ampio in occasione del Summit della Terra tenutosi a Rio nel 1992, con la pubblicazione dell’Agenda 21, che stabilisce le linee guida per uno sviluppo economico e sociale in un ambiente vivibile. Il testo, adottato da 178 governi, definisce i tre pilastri dello sviluppo sostenibile: il pilastro economico, il pilastro sociale e quello ambientale. In seguito alla definizione di questi tre pilastri, è stata ammessa una nuova definizione: “Lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo economicamente solido, ecologicamente sano e socialmente equo”.
In tutto il mondo sono state intraprese diverse iniziative a favore dell'evoluzione della produzione, sia nell'agricoltura sia nell'industria, che rispettano il concetto di sostenibilità, incluedendo gli aspetti ambientali, sociali ed economici.
L’obiettivo di una maggiore sostenibilità ambientale in agricoltura ha trovato una base concettuale utile nella ricerca di tipo applicato avviata negli anni '60, finalizzata alla riduzione dell'impatto ambientale delle coltivazioni mediante un uso razionale degli agrofarmaci, adattato alle specificità delle colture. Questa ricerca ha condotto alla definizione del concetto di controllo integrato degli organismi nocivi, la cui inclusione nella gestione delle colture è stata inquadrata efficientemente dall'Organizzazione internazionale per il controllo biologico e integrato (IOBC). La IOBC ha sviluppato i principi di produzione integrata, i cui concetti e pratiche sono stati l'oggetto di documenti generali e specifici per le singole colture. Su questa base, sono state proposte numerose direttive pubbliche e private sulla produzione integrata della vite, al fine di rispondere alla richiesta crescente di prodotti sani da parte di produttori e consumatori, prodotti che richiedano processi di elaborazione con un impatto ambientale minimo. Allo stesso tempo, i concetti di responsabilità sociale, di approccio strategico alla gestione dell’impresa e le pratiche commerciali da essi risultanti si sono ampiamente diffusi nell'industria vitivinicola e hanno creato le condizioni favorevoli per un’efficace considerazione della sostenibilità sociale ed economica della filiera vitivinicola.
Certamente la crescita dell’attenzione per il tema della sostenibilità che ha caratterizzato il sistema vitivinicolo mondiale è stata favorita anche dall’OIV che, conformemente alla sua missione, ha svolto un’azione tempestiva per una condivisione, all’interno del sistema vitivinicolo stesso, di definizioni, concetti e prassi operative.
L'OIV, dando seguito alla propria risoluzione VITI 1/1999, che raccomanda e “incoraggia lo sviluppo armonioso delle strategie di PRODUZIONE INTEGRATA DEI VIGNETI” ha successivamente fornito una definizione di vitivinicoltura sostenibile con la risoluzione CST 1/2004. In seguito, ha pubblicato delle guide di applicazione, prima tra queste, la risoluzione CST 1/2008: "Guida OIV per una vitivinicoltura sostenibile: produzione, trasformazione e condizionamento dei prodotti”, seguita da VITI 422/2011: “Guida OIV di applicazione di una vitivinicoltura sostenibile per la produzione, lo stoccaggio, l'appassimento, la trasformazione e il confezionamento di uva da tavola e uva passa”. Queste guide riguardano innanzitutto gli aspetti ambientali della produzione vitivinicola. Gli aspetti sociali ed economici, per quanto riconosciuti, sono poco considerati ed è stato dato loro un seguito molto ridotto.
L'obiettivo di questo documento è di precisare la definizione e il campo di applicazione della produzione sostenibile e di specificarne i principi generali applicabili all'insieme dei prodotti vitivinicoli. Questi principi generali sono volti a servire da base per l'elaborazione o la revisione delle guide di applicazione della vitivinicoltura sostenibile, integrando i tre aspetti della sostenibilità: ambientale, sociale ed economico.
Lo sviluppo sostenibile è parte di un processo in continua evoluzione in grado di adattarsi progressivamente alle specificità dei cambiamenti ambientali, economici e sociali. Ciò richiede grande flessibilità e capacità di adattamento da parte delle aziende, dei singoli operatori e delle autorità regionali e nazionali al fine di rispettare gli obiettivi di sostenibilità ricercando tutte le opportunità che possono provenire dall’innovazione e dall’utilizzo di appropriati strumenti di pianificazione, valutazione, controllo e comunicazione.
Campo di applicazione del documento
La vitivinicoltura sostenibile è definita dall’OIV (risoluzione OIV CST 1/2004) come l’“approccio globale alla scala dei sistemi di produzione e di lavorazione delle uve, associando contemporaneamente la sostenibilità economica delle strutture e dei territori, la produzione di prodotti di qualità, considerando i requisiti specifici della viticoltura sostenibile, dei rischi legati all’ambiente, la sicurezza dei prodotti e la salute dei consumatori e la valorizzazione degli aspetti patrimoniali, storici, culturali, ecologici e paesaggistici”.
Per rispondere a questa definizione, e in previsione di aggiornamenti periodici, l'OIV riesamina e aggiorna le risoluzioni relative alle Guide sulla vitivinicoltura sostenibile, al fine di rispettare i principi generali del concetto di sostenibilità.
La vitivinicoltura sostenibile cerca l’equilibrio tra fattibilità economica, equità sociale e buono stato ambientale. Ciò si applica a tutta la catena di produzione e di trasformazione, dall'uva (uva da vino, uva da tavola, uva passa) al succo d'uva, al vino, alle bevande spiritose e agli altri prodotti della vite. Il presente documento non contempla gli aspetti amministrativi e di marketing, in quanto il loro impatto ambientale, sociale ed economico non presenta elementi di specificità legati alla produzione vitivinicola.
Lo scopo di questo documento è fornire delle basi per garantire una produzione vitivinicola sostenibile nel tempo, al fine di promuovere la coerenza e la capacità di reazione rispetto agli aspetti ambientali, sociali ed economici e di anticipare le esigenze future. La sostenibilità globale delle imprese può essere assicurata solo quando le condizioni economiche consentono risultati redditizi per i produttori.
Le iniziative per lo sviluppo della vitivinicoltura sostenibile sono volontarie e possono assumere una dimensione collettiva grazie all'adozione di linee guida o di uno statuto comune in grado di soddisfare i principi della sostenibilità. I processi di applicazione a sostegno di tali iniziative saranno sviluppati all’interno di risoluzioni specifiche per ciascun prodotto vitivinicolo.
Principi generali di sostenibilità applicati alla vitivinicoltura
1. 1º Principio: l'approccio sostenibile integra aspetti ambientali, sociali ed economici
Le attività del settore vitivinicolo dipendono strettamente dalle risorse naturali (patrimonio genetico di Vitis spp., risorse energetiche, acqua, clima, suolo, aria ed ecosistema) e dal tessuto socioeconomico nel quale si collocano. Lo sviluppo di sistemi di produzione e di pratiche che preservino queste risorse naturali e ne migliorino le condizioni d’uso, così come l’arricchimento delle condizioni economiche delle aree in cui si colloca la produzione, sono fondamentali per la sostenibilità a lungo termine delle attività vitivinicole.
Il primo principio della sostenibilità è costituito pertanto dalla valutazione equilibrata e contemporanea dei seguenti aspetti:
- ambientale,
- sociale,
- economico.
In base alle condizioni specifiche di ciascun territorio, azienda o tipo di prodotto, tali interazioni possono variare a livello ambientale, sociale ed economico e assumere diverse dimensioni. Per tale motivo, si dovrà consentire una certa flessibilità alle aziende che mettono in atto un’iniziativa di sviluppo sostenibile, in modo tale che esse possano utilizzare le procedure adatte al proprio ambiente.
2. 2º Principio: la vitivinicoltura sostenibile rispetta l'ambiente
La protezione del suolo, dell’aria, dell’acqua, della biodiversità e del paesaggio è particolarmente importante nel settore vitivinicolo.
Tale protezione può essere attuata mediante un’accorta pianificazione dell’impianto di nuovi vigneti e altre strutture vitivinicole, attenendosi ai principi ecologici consolidati e attuando una gestione ottimale delle risorse nuove e di quelle esistenti.
La gestione degli input (energia, acqua, coadiuvanti tecnici di produzione e di trasformazione, materiali di imballaggio) è essenziale per l'attuazione di un’iniziativa di sostenibilità, essendo necessario ottimizzare il loro utilizzo, favorendo i metodi di prevenzione e, all'occorrenza, il loro riutilizzo. La gestione degli output (rifiuti, reflui, sottoprodotti) mira ad avere il minimo impatto sull'ambiente, favorendo il loro riutilizzo o il loro riciclaggio, ogni volta che sia possibile.
Scelta del sito
La progettazione di nuovi vigneti e l’installazione di siti di trasformazione, elaborazione e condizionamento dei prodotti dovrà tener conto delle problematiche legate alla vicinanza a zone sensibili, come stabilito dalle autorità nazionali. Si dovrà prestare particolare attenzione alla gestione delle risorse idriche.
I siti d’impianto dei vigneti dovranno essere particolarmente idonei alla coltura della vite e si dovrà valutare l’impiego degli input.
Si dovrà tenere conto anche dell’accessibilità dei mezzi di trasporto al sito.
Gestione del suolo
Il suolo dovrà essere protetto dai rischi di erosione e di perdita di nutrienti aumentando il tenore di materia organica e/o gestendone efficientemente la copertura vegetale. Si dovrà mantenere la fertilità del suolo e la diversità biologica al fine di assicurare la sostenibilità ambientale. Si dovrà inoltre prendere in considerazione l'impatto dei macchinari sul suolo, al fine di limitare il compattamento del terreno e preservarne la struttura. Durante l’impianto o la ristrutturazione dei vigneti, gli interventi o le modifiche da apportare al terreno dovranno essere attentamente studiati al fine di minimizzare gli impatti negativi sul suolo, sull'ambiente e sul paesaggio.
Si dovrà prevenire la contaminazione del suolo da parte dei fattori della produzione (input).
Conservazione della biodiversità
Si dovrà tener conto della diversità varietale e clonale, in considerazione della legislazione vigente.
Si dovrà prestare attenzione nel preservare e implementare la biodiversità del sito in cui ha luogo l’attività vitivinicola, in particolare microrganismi, flora e fauna autoctoni. Le principali strutture che costituiscono le nicchie ecologiche dovranno essere inventariate e analizzate al fine di migliorarne gli aspetti positivi anche paesaggistici.
Conservazione del paesaggio
Durante le fasi di sviluppo, impianto, ristrutturazione o estirpazione dei vigneti e durante l’installazione e la progettazione degli stabilimenti di trasformazione o di gestione, si dovrà valutare l'impatto sul paesaggio. Si dovranno identificare degli elementi paesaggistici a livello delle singole aziende. Bisognerà considerare anche un coordinamento nell’ambito dei programmi regionali in considerazione della loro conservazione e valorizzazione.
Gestione degli input
Ottimizzazione dell'uso dell'energia
È raccomandabile ridurre l'uso di fonti energetiche che contribuiscono all'emissione dei gas serra, favorendo le energie rinnovabili. Al fine di ottimizzare il consumo globale, si dovrà prendere in considerazione l’efficienza degli impianti e dei processi che utilizzano energia, nonché la progettazione degli edifici sulla base del risparmio energetico. Si dovrà altresì tenere conto delle possibilità di produzione di energia presso le stesse aziende. L’utilizzo di sistemi alternativi a basso consumo energetico, così come il controllo dei consumi dei veicoli (per la logistica interna o esterna), delle macchine e dei processi produttivi, possono facilitare l'attuazione di un piano o di strategie per la riduzione dei consumi energetici (razionalizzazione degli spostamenti, isolamento termico degli edifici, acquisto di macchinari a risparmio energetico, uso di biomasse ecc.).
Ottimizzazione dell’uso dell'acqua
L'uso dell'acqua dovrebbe essere pianificato tenendo conto della sua disponibilità locale e dell’impatto del suo consumo sulla qualità stessa dell’acqua e sui livelli delle falde freatiche. Si devono rispettare le raccomandazioni presenti all'interno della risoluzione OIV-VITI 02/2003 "Irrigazione pianificata della vite". Al fine di fronteggiare lo stress fisiologico delle viti, si dovranno preferire sistemi di irrigazione a basso consumo idrico.
In tutte le fasi della produzione, si dovranno preferire i sistemi che favoriscano un utilizzo e riutilizzo efficace ed efficiente dell'acqua (senza abusi o eccessi). Un controllo dei consumi dell’acqua può facilitare l'attuazione di un piano o di una strategia per la loro ottimizzazione.
Ottimizzazione dell'uso degli input tecnici durante le fasi di produzione e/o trasformazione
L'uso di materiali, attrezzature, input per la produzione vitivinicola (erbicidi, prodotti fitosanitari, fertilizzanti, concimi e altri), per la trasformazione e la vinificazione (additivi, coadiuvanti di produzione e materiali di affinamento, menzionati nel Codice internazionale delle pratiche enologiche dell’OIV) e materiali di imballaggio (bottiglie, scatole, ecc.) dovrà essere ottimizzato e pianificato. Va data priorità ai materiali riciclabili e/o a quelli ottenuti attraverso sistemi a impatto ambientale minimo, tenendo conto del ciclo di vita e della stabilità dei materiali utilizzati.
La gestione dell'utilizzo dei coadiuvanti di produzione, prima e dopo il trattamento, dovrà tener conto delle problematiche riguardanti la riduzione, lo stoccaggio, il riciclo e lo smaltimento dei rifiuti e dei reflui.
Gestione degli output
Gestione dei rifiuti
Si dovrà limitare la produzione di rifiuti, favorendo le migliori pratiche e strategie di produzione della filiera vitivinicola. Si dovrà tener conto del riciclaggio o del riutilizzo dei rifiuti al fine di ridurre l'impatto sull'ambiente e sulle reti fognarie pubbliche.
Esistono due tipi di rifiuti:
- rifiuti solidi: ad esempio, prodotti fitosanitari non riutilizzabili o scaduti, imballaggi, film di plastica, tutori, sostegni, terreni di filtrazione, filtri, fecce, ecc.,
- rifiuti liquidi: ad esempio, reflui, rimanenze di prodotti fitosanitari, residui inquinanti derivanti da prodotti chimici, ecc.
Per la raccolta e lo stoccaggio di tali rifiuti in condizioni di sicurezza ottimale, in attesa del loro trattamento, possono essere necessari sistemi e strutture adeguati. Quando non è possibile riciclare i rifiuti, è necessario garantire che la loro rimozione avvenga con il minimo impatto sull'ambiente.
Sarà opportuno favorire il potenziale recupero di energia generata dal trattamento dei rifiuti liquidi, come i biogas (metano).
Si dovrà mantenere un inventario qualitativo e quantitativo dei rifiuti.
Gestione dei sottoprodotti
È importante dare priorità alla riduzione della quantità dei sottoprodotti derivati dalla viticoltura e dalla trasformazione dell’uva (ad es. scarti di potatura, raspi, vinacce, ecc.) tenendo conto della qualità dei prodotti. Il riciclaggio o il riutilizzo dei sottoprodotti dovrà avvenire possibilmente in loco, al fine di ridurre l'impatto sull'ambiente ed eventualmente sulle reti fognarie pubbliche. Sono raccomandati sistemi e strutture di raccolta e di stoccaggio, in condizioni di sicurezza ottimale, di tali sottoprodotti, in attesa del loro trattamento o della loro valorizzazione.
Il trattamento e la valorizzazione dei sottoprodotti dovranno avvenire con il minimo impatto sull'ambiente. Quando non è possibile valorizzare i sottoprodotti, questi dovranno essere trattati come rifiuti e identificati come tali.
Limitazione dell’inquinamento acustico e atmosferico
In generale, è particolarmente importante ridurre i rumori e l’inquinamento atmosferico (polveri, contaminazione da composti organici e inorganici, odori, ecc.) generati dall'attività vitivinicola, al fine di limitare il loro impatto sulle immediate vicinanze degli stabilimenti e dei luoghi in cui avvengono la lavorazione e/o la trasformazione dei prodotti vitivinicoli.
3. 3º Principio: la vitivinicoltura sostenibile è sensibile agli aspetti sociali e culturali
Tutte le iniziative di sviluppo sostenibile dovranno tener conto degli obiettivi degli interessati e di tutta la collettività. Si dovrà tenere conto di tutte le norme ISO.
Le aziende dovranno considerare l’impatto delle proprie attività sul tessuto socioeconomico e il loro coinvolgimento nello sviluppo socioeconomico dei territori (o aree).
Condizioni di lavoro
Rispetto e uguaglianza
Il datore di lavoro deve trattare i propri dipendenti, gli appaltatori e i subappaltatori in modo equo, almeno in conformità alle norme nazionali e internazionali in vigore.
Sicurezza e salute dei lavoratori
Il datore di lavoro dovrà dimostrare di aver raggiunto un livello di sicurezza conforme alle leggi nazionali ed agli standard internazionali.
Si dovrebbero formare i lavoratori sulla consapevolezza dei rischi e delle regole per la loro riduzione entro limiti accettabili e garantire il loro miglioramento continuo mediante corsi di formazione.
L’utilizzo, in completa sicurezza, dell’attrezzatura di lavoro è garantita attraverso il rispetto di chiare direttive di sicurezza, nonché attraverso la formazione dei lavoratori, e in particolare sugli aspetti di prevenzione e protezione della salute degli operatori
Sicurezza, salute e igiene sul lavoro saranno integrate in tutte le attività lavorative mediante procedure e buone pratiche sul corretto utilizzo delle sostanze pericolose.
Integrazione, formazione e stabilità della mano d'opera
L'azienda dovrà promuovere l'integrazione del personale nell’ambiente sociale e culturale locale. Si dovranno rispettare i valori locali, culturali e tradizionali della mano d'opera. Il datore di lavoro dovrà incoraggiare lo sviluppo delle competenze dei lavoratori attraverso un’adeguata formazione continua, che permetta loro di adattarsi alla complessità e alle dinamiche dei cambiamenti tecnologici e per poter contare, a lungo termine, su una mano d'opera qualificata.
Integrazione nell’ambiente socioeconomico e culturale locale
Specificità culturali
Una produzione sostenibile comporta il rispetto della cultura e della storia del territorio.
Lo spettro dei contributi apportati dagli attori vitivinicoli all’identità culturale di un territorio può essere molto ampio: artigianato, architettura, musica, pittura, celebrazioni locali tradizionali, letteratura, ecc.
Sarà quindi opportuno tener conto sia dei benefici sia delle limitazioni alla sostenibilità che le risorse culturali vitivinicole del luogo comportano (ad es., qualora un territorio viticolo sia stato riconosciuto patrimonio dell’umanità dall’UNESCO).
Sviluppo di relazioni con le comunità vitivinicole
L'azienda dovrà incoraggiare i rapporti con le comunità locali e interprofessionali, partecipando attivamente alle attività sociali e tecniche del settore e rendendo partecipe anche il personale aziendale.
Sicurezza e salute dei consumatori
L’azienda dovrà impegnarsi per garantire costantemente la salubrità, l’igiene, la tracciabilità, la genuinità, l’origine dei prodotti mediante l’attuazione di un sistema di autocontrollo dei processi di produzione e l’opportuna formazione e informazione dei lavoratori e dei fornitori.
I dipendenti dovranno essere informati e formati sulle pratiche responsabili in materia di salute da applicare per la somministrazione, la vendita e la comunicazione relative alle bevande alcoliche.
4. 4º Principio: la vitivinicoltura sostenibile si propone di perseguire l’economicità
Nella ricerca della sostenibilità, si dovrà prendere in considerazione l’economicità delle aziende del settore. Si dovranno pertanto sviluppare in modo particolare le capacità di innovazione, di adattamento ai cambiamenti tecnologici e socioeconomici e di gestione dei costi, al fine di determinare una crescita sostenibile capace di offrire ricchezza e occupazione nei tempi a venire.
Per raggiungere l’obiettivo della sostenibilità, i sistemi vitivinicoli sostenibili dovrebbero essere tali da far sì che le loro attività siano economicamente valide nel lungo termine, al fine di raggiungere gli obiettivi legati alla salvaguardia delle risorse ambientali e naturali e alla tutela degli aspetti sociali del settore.
Per raggiungere questo obiettivo, l'azienda dovrà sviluppare due elementi: la resilienza e l’efficienza.
Resilienza
Nel contesto economico, la resilienza è la capacità di un sistema produttivo di adattarsi all’evoluzione delle condizioni economiche per garantire la capacità operativa dell’organizzazione.
Pertanto, per sviluppare la resilienza, l’azienda dovrà alimentare una riserva di soluzioni flessibili e di azioni diversificate da utilizzare per fare fronte alle esigenze che possono scaturire da perturbazioni e situazioni nuove derivanti dall’evoluzione delle condizioni di produzione e/o del mercato. In risposta all’evoluzione di queste condizioni, l’azienda dovrà inoltre promuovere la propria capacità di modificare le pratiche nelle diverse fasi della produzione e della trasformazione, l’allocazione delle risorse, le relazioni e altri aspetti della sua gestione.
Efficienza
L'efficienza si riferisce alla capacità di evitare sprechi e costi aggiuntivi producendo il massimo di output consentito dagli input, oppure utilizzando la quantità minima di input necessaria per ottenere una determinata produzione. Per essere efficiente, l'azienda dovrà avere una buona organizzazione e puntare al contempo all'aumento del margine lordo e alla riduzione dell'impatto sociale e ambientale.
5. 5º Principio: le iniziative sostenibili richiedono attività di pianificazione e valutazione
Pianificazione
L'impegno dell'azienda verso un’iniziativa sostenibile dovrà essere progettato in modo tale da prendere in considerazione tutti e tre gli aspetti della sostenibilità. Una volta adottata l’iniziativa, l'azienda dovrà impegnarsi a seguirne i principi e a sviluppare una strategia e un elenco di obiettivi da raggiungere. Tali obiettivi dovranno includere anche la selezione dei fornitori di beni e servizi.
I riferimenti a delle specifiche, relative alla sostenibilità sviluppate da organismi esterni all'azienda, possono fornire maggiori garanzie circa l’impegno dell’azienda nei confronti della sostenibilità.
Un’iniziativa di sviluppo sostenibile richiede la creazione di un processo di pianificazione delle operazioni da intraprendere, di valutazione della loro efficacia e di adattamento successivo per garantire il miglioramento continuo. L’adeguatezza delle azioni da avviare deve essere valutata regolarmente mediante un sistema che può essere assistito da organismi di valutazione esterni.
Valutazione/autovalutazione
La sostenibilità del processo produttivo dovrà essere valutata attraverso indicatori e criteri. Quando possibile, si dovrebbero utilizzare degli indicatori comuni che siano oggetto di un consenso. I risultati dovranno essere analizzati e portare a un piano di miglioramento.
L'analisi delle priorità delle azioni sostenibili da adottare si dovrà basare su una valutazione dei rischi e delle opportunità connessi a ciascuna attività dell'azienda e fare riferimento al contesto (ambientale, sociale ed economico) in cui opera l’azienda. Si dovrebbe stabilire una priorità delle azioni, sia a livello dei vigneti sia degli impianti in cui i prodotti della vite vengono lavorati e/o trasformati.
La valutazione può avvenire mediante autovalutazione e/o attraverso una valutazione esterna.
Monitoraggio e valorizzazione delle conoscenze
La predisposizione di un monitoraggio specifico dello sviluppo sostenibile permette di aggiornare, su base regolare, le conoscenze relative alle tecniche e alle condizioni normative che contribuiscono al suo sviluppo. La formazione del personale interno o esterno facilita l'adozione delle tecniche che contribuiscono allo sviluppo sostenibile. Si dovranno regolamentare le verifiche e i controlli interni.
Comunicazione
Una comunicazione interna ed esterna sui principi della sostenibilità e sulla loro applicazione all’interno dell'azienda è vantaggiosa, e deve essere incoraggiata. Il personale dovrà essere a conoscenza delle iniziative e dell'orientamento aziendale in termini di sostenibilità, mentre il pubblico dovrà essere informato sugli sforzi compiuti e sull’importanza che rivestono nel mantenimento della vitalità delle imprese.
Tutte le attività di comunicazione relative ad azioni volte alla sostenibilità dovranno essere accurate e convalidate da elementi concreti.
L’importanza della collaborazione e della condivisione delle informazioni tra tutte le parti direttamente o indirettamente legate all’attività economica della filiera vitivinicola dovrà essere tenuta in considerazione nell’ambito di ogni iniziativa di sostenibilità, lungo tutto il processo che crea valore.