La presidente dell'OIV, dott.ssa Monika Christmann, ha guidato in questa riunione la delegazione dell'Organizzazione, che includeva anche il coordinatore scientifico dell’OIV, dott. Jean-Claude Ruf.
Tra i diversi punti all'ordine del giorno, uno in particolare ha interessato le disposizioni relative agli additivi alimentari della categoria di alimenti 14.2.3 (Vini di uva) e sottocategorie.
Il vino di uva figura nell'allegato 3, pertanto gli additivi il cui uso è ammesso nella categoria “vini di uva” e nelle sue sottocategorie devono essere valutati caso per caso.
Nel 2015, il Comitato ha deciso di istituire un gruppo di lavoro telematico per studiare le ragioni che dividono i membri favorevoli a catalogare gli additivi in base a limiti massimi numerici da quelli che propendono per le buone pratiche di fabbricazione (BPF), al fine di proporre un approccio comune. Sono stati identificati quattro questioni che suscitano preoccupazione rispetto all'uso degli additivi nei vini: identità del vino, stabilità del vino, applicabilità mondiale dei limiti e innovazione nel settore vinicolo.
Con l’obiettivo di giungere a un accordo, è stato proposto un approccio comune per stabilire il limite per gli additivi nei vini come BPF rimettendo ad organismi di competenza internazionalmente riconosciuta la descrizione delle BPF relative a tali additivi. Ciò nonostante, sebbene un gran numero di membri abbia suggerito di indicare l'OIV come riferimento, non è stato raggiunto alcun accordo.
In seguito a lunghi dibattiti e in mancanza di un accordo, il Comitato ha approvato la raccomandazione di istituire un gruppo di lavoro telematico, co-presieduto da Unione europea e Australia, al fine di elaborare un documento di discussione per la prossima riunione che raccolga le diverse raccomandazioni e le analisi relative a possibili emendamenti della Norma generale per gli additivi alimentari del Codex per i vini di uva.
Parallelamente a tali dibattiti, la presidente dell'OIV ha avuto l’opportunità di stabilire contatti con i rappresentanti di numerose delegazioni e con quelli della FAO e del JECFA, nonché con la Segreteria del Codex Alimentarius.