Con la scomparsa di Pau ROCA il vino mondiale perde una personalità unica nel suo genere, che ha segnato la recente storia dell’OIV, l’organizzazione scientifica di riferimento mondiale di tutta la filiera vitivinicola.
Era un uomo colto, raffinato e straordinario innovatore. Durante i cinque anni del suo mandato da Direttore Generale dell’organizzazione, compito che ha svolto magistralmente e che si sarebbe dovuto concludere alla fine di quest’anno, ha messo la sua lucida intelligenza al servizio del vino mondiale, operandosi e battendosi per un rinnovamento sostanziale dell’OIV che gli renderà un posto speciale nella storia di questa prestigiosa organizzazione intergovernativa.
Grazie alla sua voglia infinita di pensare in grande, al suo formidabile intuito, alla sua tenacia, alla sua generosità, al suo altruismo ed alla sua determinazione, l’OIV è stata completamente rinnovata. Sono suoi i meriti dello sviluppo della digitalizzazione del settore vitivinicolo e dell’organizzazione, del rinnovamento e dell’internazionalizzazione completa della struttura operativa dell’OIV, del rafforzamento dei legami con le altre organizzazioni intergovernative mondiali, dell’allargamento dei paesi membri dell’OIV fino agli attuali 50 Stati.
Un ruolo decisivo, inoltre, Pau lo ha avuto sul cambio di sede a Digione. Pur nella consapevolezza del radicale stravolgimento che tale scelta avrebbe determinato per l’OIV, ha portato avanti la sua idea, spesso controcorrente, ma con grande determinazione fino alla fine, per garantire una identità fisica ed un solido futuro all’organizzazione che, nel 2024, entrerà nel suo secondo secolo di attività. Proprio le celebrazioni del centenario dell’OIV sono state da lui sempre sostenute con grande entusiasmo preoccupandosi di dare la giusta solennità a questo evento straordinario che per il prestigio e per la sua lunga storia scientifica e diplomatica, l’OIV merita.
Per me, e lo sottolineo con orgoglio ed enorme riconoscenza, è stato un amico prezioso. Ho avuto il grande privilegio di aver condiviso insieme due intensissimi anni in cui sono stati realizzati tanti sogni per l’OIV. I ricordi sono molti e intensi, come tante erano le entusiasmanti discussioni sul vino e sul suo futuro. Parlavamo spesso dell’universalità del vino e del suo posto nella società futura. La sua costante preoccupazione era il rischio di una delegittimazione del vino per via dei repentini cambiamenti della società globale e di un indebolimento del fondamentale legame tra il vino ed i territori di origine. Rievocavamo sempre che la missione principale dell’OIV sin dalla nascita, il 29 novembre del 1924, era quella di proteggere l’integrità del vino e di custodire il suo esclusivo legame con i territori. Un obiettivo da non perdere mai di vista, anche alla luce delle allarmanti preoccupazioni causate dal riscaldamento climatico e dal mutamento della percezione delle bevande alcoliche, allo scopo di tutelare lo spazio culturale che questa straordinaria bevanda occupa da millenni nella società.
Dalla sua completa dedizione e dalle sue profonde riflessioni si percepiva che Pau ha sempre avuto l’OIV nel cuore, fino all’ultimo respiro. Infatti, nonostante la stanchezza ed il fisico provato dalla malattia ha voluto affrontare il suo ultimo viaggio per recarsi a Digione, al suo posto, nella sede dell’OIV.
Forse un segnale rivolto alla speranza che il suo operato possa proseguire verso uno sviluppo sempre maggiore dell’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino nell’esclusivo interesse di una sempre più vasta e diffusa affermazione del vino e della sua unicità.
Carissimo Pau, tutta la grande famiglia dell’OIV e tutti gli amici del vino mondiale che hanno avuto la fortuna di conoscerti ti ricorderanno sempre con ammirazione ed edificante esempio.
A me rimane l’amarezza di non aver avuto la possibilità di avere anche te presente alle celebrazioni del centenario dell’OIV ed all’inaugurazione della nuova sede.
Conserverò per sempre nel mio cuore la tua simpatia, il tuo straordinario entusiasmo e la tua autentica amicizia.
Un affettuoso abbraccio alla moglie Diana ed ai suoi tre figli.
Luigi Moio
Presidente dell’OIV